I diritti delle "lucciole". Sbarca oggi a teatro la lotta di Grisélidis
da "Il Piccolo"
giovedì, 30 novembre 2017

 

di Gianfranco Terzoli
Parte proprio dal palcoscenico del teatro Verdi di Muggia, stasera alle 20.30, la tournée di Serra Yilmaz con "Griselidis: memorie di una prostituta", una produzione del Festival di Todi, I due della Città del Sole e Golden Show Trieste presentata nell'ambito di Muggia Teatro. Il testo tratto dalle interviste della stessa Grisélidis Réal, grande successo in Francia, scritto dall'attrice della Comedie Francaise Coraly Zahonero (regia di Juan Diego Puerta Lopez, sax solista e musiche Stefano Cocco Cantini) narra le memorie della prostituta franco-svizzera che si impegnò per la legalizzazione della prostituzione in Svizzera e per i diritti delle "lucciole" francesi e tocca un argomento di scottante attualità. Lo spettacolo illustra infatti in modo crudo e realista l'approccio del cliente con una prostituta, la protagonista, che unisce l'umiliazione della donna a quella dell'uomo in uno spaccato psicologico e umano di raro verismo. La presentazione al pubblico dello spettacolo si terrà alle 17, in sala Millo, in collaborazione con l'Università della Terza Età. Prima della rappresentazione, aperitivo con i vini delle Donne del Vino del Friuli Venezia Giulia.«Quando ho sentito parlare di Grisélidis Réal e ho letto su Internet le sue interviste - spiega l'attrice, nota al grande pubblico per le sue interpretazioni nei film di Ferzan Ozpetek - sono rimasta molto affascinata da questo personaggio e così deciso di portare la sua parola in teatro. La sua figura - prosegue l'attrice che ha curato anche la traduzione del testo adattato da Alberto Bassetti - è quella di una donna molto particolare con una storia molto particolare. L'attrazione che ha avuto su di me mi ha fatto decidere di interpretare il suo personaggio. Ho sempre sostenuto che le donne siano la più grande minoranza su questa terra: il giorno in cui verranno trattate con uguaglianza vorrà dire che il mondo sarà cambiato. Non facciamo teatro per dare messaggi: il teatro racconta la vita, ci tende uno specchio e ognuno degli spettatori troverà qualcosa di diverso in questo testo. Non c'è un messaggio unico: ognuno troverà dei riferimenti che lo riguardano».L'attrice è molto attratta dalla nostra provincia. «A Trieste sono venuta diverse volte negli anni '90, l'ultima delle quali sulle tracce di Saba, e ho dormito in un hotel di fronte alla sua vecchia libreria. Trieste evoca la storia di una città di confine e ho sempre trovato che eserciti una grandissima seduzione e abbia un fascino particolare, anche per la presenza del mare: l'ho conosciuta nel tempo ed è sempre un piacere tornarci. Muggia poi è stata una scoperta: è molto carina, con una piazza deliziosa. Un'esperienza tutta nuova e da scoprire».

 

Muggia "allunga" la pista ciclabile fino alla Parenzana

da "Il Piccolo"
mercoledì, 29 novembre 2017


Via libera ai lavori per la nuova tratta tra il porto e il rio Ospo. Posta ad hoc dalla Regione. Cantiere operativo in primavera.

 


di Riccardo Tosques

Nuovo importante passo avanti per la realizzazione dell'itinerario ciclabile di collegamento tra il porto di Muggia e la ciclovia Parenzana Eurovelo 8. La giunta Marzi ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economico dell'intervento che è stato finanziato grazie ad una posta ad hoc inserita nell'assestamento di bilancio regionale. Fondamentale a tale proposito l'emendamento presentato da alcuni consiglieri di maggioranza, con l'esponente di Sel Giulio Lauri primo firmatario. Il cantiere che verrà aperto entro la prossima primavera interesserà circa un chilometro del percorso che, dall'approdo del Delfino Verde, arriva fino al collegamento con l'inizio della Parenzana accanto al rio Ospo. Costo dell'operazione? Circa 75mila euro stanziati appunto dalla Regione con un chiaro obiettivo: potenziare ulteriormente il turismo ecosostenibile. La conferma arriva dal sindaco di Muggia Laura Marzi: «Nel ringraziare la Regione non possiamo non constatare e ribadire che il finanziamento giunto dall'amministrazione Serracchiani costituisce di fatto un prezioso tassello per quel quadro che è la mobilità sostenibile in cui la nostra amministrazione crede fermamente». Marzi ha poi parlato di vero e proprio «appeal turistico» offerto dalle due ruote, mezzi ecologici per eccellenza. La conferma arriva dal numero di cicloturisti che, nel 2016, hanno toccato quota 15 mila presenze. Muggia, insomma, pare essersi guadagnata un posto di primo piano tra le località inserite nei circuiti del cicloturismo regionale e non solo. Il potenziamento del collegamento con il centro storico rivierasco è un'ulteriore conferma dell'importanza dell'Eurovelo, ossia la rete ciclistica europea, che proprio in queste terre trova un incrocio tra l'itinerario numero 8, la cosiddetta linea Est-Ovest che collega la Spagna con la Grecia e l'itinerario numero 9, ossia la Nord-Sud, che collega la Polonia con l'Istria croata. In termini più generali si evidenzia ancora una volta l'importanza del turismo slow a Muggia. Sono passati infatti poco più di sei mesi da quando la presidente della Regione Debora Serracchiani ha inaugurato assieme a Laura Marzi il primo tratto della pista ciclabile sul lungomare tra porto San Rocco e il confine con la Slovenia, nel lembo più meridionale del territorio regionale. Nello specifico, con la somma di circa un milione di euro, sono stati realizzati 600 metri tra punta Olmi e il molo a "T".A questo tratto, che scorre lungo la Strada provinciale n.14, è già in progetto un ulteriore allungamento di circa un chilometro. Tornando al tratto porto di Muggia-Parenzana, l'itinerario ha ottenuto ora l'ok da parte della giunta Marzi per il proprio progetto di fattibilità tecnico-economico. Accertato l'impegno di spesa da parte del Comune, pari a circa 75 mila euro (di cui 56 mila euro a base di gara), i lavori partiranno entro pochissimi mesi. L'obiettivo dichiarato dal sindaco Laura Marzi è chiaro: entro l'inizio della prossima estate il nuovo collegamento tra la ciclovia Parenzana Eurovelo 8 e il porto di Muggia sarà pronto.

 

Il ritorno alla terra di nonni e bambini con Orto in condotta

da "Il Piccolo"
mercoledì, 29 novembre 2017


Stagionalità, sementi, didattica all'aperto: sono alcune delle parole chiave del progetto "Orto in condotta", frutto della convenzione tra Comune di Muggia, istituto comprensivo "Lucio" e Slow Food. «Si tratta di uno strumento utile per l'educazione ambientale, alimentare e del gusto e si può ben integrare con le attività realizzate in questo ambito, a partire da quelle legate al miglioramento del servizio mensa», racconta l'assessore alle Politiche sociali Luca Gandini.A fronte di una spesa complessiva di 6 mila euro, il progetto, rivolto alle scuole muggesane con lingua d'insegnamento italiano, prevede, la creazione dell'Orto in condotta, un luogo dedito alla coltivazione di alcuni prodotti. Due gli indicatori essenziali che l'orto dovrà rispettare: la coltivazione dovrà seguire processi produttivi ecologici e le varietà coltivate dovranno prevedere ortaggi del territorio, scelti in particolare tra quelli catalogati nell'Arca del Gusto e nel progetto dei Presìdi Slow Food. Tra gli obiettivi, ovviamente, anche favorire tra gli alunni la conoscenza dei prodotti coltivati, mettendo a disposizione, ove possibile, cucina e personale della mensa, locali e attrezzature del refettorio per la degustazione dei piatti realizzati con i prodotti in questione, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche in questa progettualità acquisisce dunque un ruolo significativo il rapporto intergenerazionale, da anni al centro di diverse iniziative portate avanti dal Comune di Muggia. In questo caso, in collaborazione con Slow Food e l'Ic "Giovanni Lucio", sarà valorizzata la figura del "nonno-ortolano" che, in qualità di esperto volontario, si occuperà della gestione ordinaria dell'orto e si renderà disponibile almeno un giorno a settimana, nelle ore e nei modi concordati con gli insegnanti, per le attività in aula e in giardino. «Non solo i nonni, ma anche i genitori e l'intera comunità, insieme a studenti e insegnanti, saranno gli attori del progetto, andando a costituire la cosiddetta comunità dell'apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni dei saperi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell'ambiente», ha specificato Gandini. Il progetto prevede, infatti, anche l'elaborazione di una didattica e un programma pluridisciplinare per l'educazione alimentare collegata all'Orto in condotta e in tal senso è prevista pure l'organizzazione di un corso di aggiornamento, rivolto agli insegnanti, inerente l'educazione ambientale, alimentare, sensoriale e del gusto, gestione dell'orto e progettazione didattica delle attività in aula e all'aperto. «L'obiettivo è quello di sviluppare nei bambini, negli insegnanti e nelle famiglie una sensibilità verso una corretta alimentazione, un approccio rispettoso all'ambiente, basandosi in modo significativo sull'attivazione di una rete di comunità», ha aggiunto Gandini. Le scuole saranno peraltro anche inserite nella rete degli orti scolastici Slow Food, favorendo gli scambi nazionali e internazionali di esperienze. In questa fase organizzativa rimane ora l'individuazione dell'area destinata ad ospitare il progetto e le classi coinvolte in modo da poter iniziare i lavori ad inizio 2018. (r.t.)


Teatro"Griselidis"

da "Il Piccolo"
mercoledì, 29 novembre 2017


Lo spettacolo si presenta nnParte da Muggia Teatro, domani sera alle 20.30, la tournée di Serra Yilmaz con "Griselidis: memorie di una prostituta", di Coraly Zahonero, traduzione di Serra Yilmaz, adattamento di Alberto Bassetti. A precedere lo spettacolo oggi pomeriggio alle 17, al Caffè San Marco, avrà luogo la presentazione al pubblico dello spettacolo in collaborazione con l'Università della Terza Età.

 

Panchine da pic-nic ai laghetti delle Noghere

da "Il Piccolo"
martedì, 28 novembre 2017

 

Il Comune di Muggia vince il concorso a premi di Bricocenter. Bussani: «Valorizzata tutta l'area»


di Riccardo Tosques

«Grazie a questo progetto i laghetti delle Noghere offriranno ora ben cinque panchine da pic-nic site miratamente nei punti più suggestivi dell'area e a disposizione di tutti coloro che vorranno godersi ancor più un ambiente che sembra esistere al di là dello spazio e del tempo». Francesco Bussani, vicesindaco di Muggia, annuncia l'arricchimento di arredi urbani posti nel biotopo muggesano. L'installazione delle panchine è stato possibile grazie al progetto "Pic-Nic ai Laghetti" presentato dal Comune di Muggia al Concorso a premi promosso da Bricocenter Italia srl denominato "Insieme per il nostro quartiere". «Un concorso destinato a progettualità mirate al quartiere della città in cui si risiede e nelle cui vicinanze sia presente un punto vendita Bricocenter, che per regolamento dovevano rispondere a requisiti di utilità sociale e dovevano essere realizzabili con piccoli lavori di fai da te come riparazione, manutenzione e abbellimento», ha puntualizzato Dario Formigoni, direttore del punto vendita muggesano. Muggia, con il suo progetto del pic-nic, si è aggiudicato il premio. «Non possiamo che ringraziare per questa preziosa opportunità Bricocenter, che ancora una volta ha offerto un servizio alla comunità», ha commentato l'assessore Bussani, ricordando anche la preziosa collaborazione avvenuta in occasione della vendita di piantine il cui ricavato era andato all'accoglienza degli studenti dell'Istituto comprensivo del Tronto e Val Fluvione durante il Carnevale estivo. I laghetti delle Noghere rappresentano una realtà storico-geomorfologica di particolare interesse nell'ecosistema della valle delle Noghere, presentandosi come uno splendido esempio di naturalizzazione di un'area antropizzata a scopi industriali in un passato recente. Formatisi dopo gli anni Settanta - quando chiuse la fornace e venne abbandonata la cava d'argilla presente lungo il corso del vicino rio Ospo - i laghetti delle Noghere sono un insieme di otto laghetti, profondi al massimo 7 metri, che offrono ospitalità a anatre, aironi e cormorani minori durante le migrazioni, ma anche ad anfibi e rettili. Ad essi si affiancano pesci di acqua dolce e tartarughe europee e della Florida. «Quell'area è suggestiva dal punto di vista paesaggistico - conclude Bussani - offrendo ai visitatori un ambiente selvaggio e lussureggiante».

 

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di lunedì 27 novembre 2017

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di domenica 26 novembre 2017

 

Porto San Rocco, via libera all'operazione
da "Il Piccolo"
sabato, 25 novembre 2017


Confermata l'aggiudicazione di un terzo del complesso turistico all'immobiliare lombarda "Nuova del Golfo Srl"

 

di Riccardo Tosques
La società di sviluppo immobiliare Nuova del Golfo srl è la nuova proprietaria di un terzo del compendio immobiliare di Porto San Rocco. Un mese dopo l'aggiudicazione provvisoria la società milanese che fa parte della srl Gruppo Idronord ha ottenuto ieri l'aggiudicazione definitiva del patrimonio immobiliare messo all'asta dopo il fallimento della Porto San Rocco srl, la società messa in liquidazione nel febbraio del 2015 proprietà di una parte del compendio immobiliare muggesano. La vendita del complesso, composto da 117 appartamenti, 150 posti auto e 11 unità commerciali, è stata effettuata tramite procedura competitiva mediante raccolta di offerte private al prezzo base di 7 milioni 303 mila euro 662,30 euro, di cui 5 milioni 974 mila 516,48 euro riferito alle unità immobiliari abitative, 1 milione 341 mila 145,81 euro riferito alle porzioni immobiliari non abitative e 15 mila euro per gli arredi esistenti in parte delle unità immobiliari abitative. La cifra con cui il 24 ottobre scorso la società lombarda si è aggiudicata il compendio non era inizialmente stata comunicata anche perché l'assegnazione era rimasta provvisoria, come da prassi, per un mese. Durante questi trenta giorni, infatti, il curatore fallimentare avrebbe potuto accettare ulteriori rilanci da parte di terzi per l'acquisizione del complesso immobiliare in vendita. Nessuno, però, è intervenuto lasciando così campo libero all'immobiliare lombarda che si è definitivamente aggiudicata l'asta. Top secret però sulla cifra versata. Per ora il project manager Alberto Billi racconta i prossimi passi che verranno compiuti: «Entro i primi di dicembre la nostra Società effettuerà il rogito per completare la procedura di acquisizione. Non appena ultimata, Nuova del Golfo si propone di effettuare rilevanti investimenti al fine di riqualificare questa iniziativa da troppo tempo trascurata. A tal proposito la Società, con l'apporto di professionisti altamente qualificati e dopo un'accurata analisi tecnica e architettonica, ritiene di poter individuare le soluzioni che permettano a Porto San Rocco il rilancio turistico che merita. Tali interventi - conclude Billi - non riguarderanno solo l'aspetto esterno degli edifici in forte stato di degrado, ma anche tutte quelle iniziative come sistemazione del verde e illuminazione che possano contribuire a valorizzare un'area di forte interesse turistico». Soddisfatta il sindaco di Muggia Laura Marzi: «Dopo tanti anni trascorsi senza grandi investimenti sulla manutenzione in buona parte di Porto San Rocco c'è un grande lavoro da fare. So che i nuovi proprietari hanno un piano d'azione ben preciso di cui sono stata resa edotta una volta depositata l'offerta durante l'asta. Sono convinta che potrà esservi una collaborazione proficua tra Comune e nuova proprietà per il rilancio del borgo e per legarlo sempre di più alla vita e alla programmazione culturale dell'intera città di Muggia».


Delfino Verde, riparato il guasto al motore. Ripartito ieri sera dopo gli ultimi collaudi
da "Il Piccolo"
sabato, 25 novembre 2017

 

Il Delfino Verde è finalmente ripartito dopo una giornata di attesa. Il collegamento marittimo fra Trieste e Muggia, era stato interrotto dalle 14 di giovedì, e ieri sembrava poter incappare in un secondo giorno di stop consecutivo. Il guasto tecnico al motore sembrava piuttosto serio. Sul web la Trieste Trasporti ha avvisato l'utenza della problematica in corso e si è scusata per i disagi assicurando che il Delfino Verde sarebbe ripartito stamane alle 6.45. L'imbarcazione che collega il capoluogo regionale con la cittadina aveva cessato di funzionare giovedì al momento cioè di partire dal molo Bersaglieri di Trieste verso Muggia. I tecnici hanno fatto arrivare da fuori città un nuovo pezzo del motore: la riparazione e le prove necessarie, però, sono state lunghe e laboriose ma alla fine ce l'hanno fatta. L'imbarcazione è stata in grado di riprendere il mare alle 19.35 dopo che gli ultimi test avevano dato esito positivo. Problema risolto.

 

Rischia la vita per un boccone di pizza
da "Il Piccolo"
venerdì, 24 novembre 2017

 

A Muggia un 21enne si stava soffocando: il tempestivo intervento di due infermieri e un medico di passaggio l'ha salvato


di Enrico Ferri
La merenda di metà mattina per un 21enne di Muggia si stava trasformando in tragedia. A salvarlo è stato il tempestivo intervento di due infermieri e un medico del Cap che hanno praticato la manovra di Heimlich e la rianimazione cardiorespiratoria. Erano da poco trascorse le 10.20 di ieri e un gruppo di amici aveva deciso di andare a mangiare un trancio di pizza in un bar di via Dante Alighieri a Muggia. Un clima di convivialità che dopo qualche minuto si è trasformato in un incubo. Uno dei giovani, un 21enne, aveva addentato un grosso pezzo di pizza: il boccone gli è andato di traverso subito dopo, bloccandogli la respirazione. Secondo il racconto di alcuni presenti, il giovane ha cercato di pronunciare qualche parola portandosi le mani al collo ma non è riuscito che a farfugliare un lamento che ha gelato il sangue dei presenti. In breve tempo è diventato paonazzo. Alcuni degli amici hanno tentato di aiutarlo con grosse pacche sulla schiena, ma nulla. Lentamente il giovane si è accasciato sul pavimento. Pochi istanti dopo, la perdita di conoscenza. «Eravamo terrorizzati, lo credevamo già morto. Poi si sono fatti largo due infermieri e un medico. Li conosco, lavorano qui vicino. Il medico è del Cap (Centro assistenza primaria, ndr) che è poco lontano da dove è successo il fatto», a parlare è G.C., un passante che si è trovato in zona in quei momenti. «Sono stati bravissimi, credo che se non ci fossero stati loro sarebbe andata diversamente e quel giovane non ce l'avrebbe fatta», ha infine concluso l'uomo. Uno dei soccorritori ha chiamato il numero unico di emergenza 112 descrivendo la situazione. Intanto gli altri due hanno praticato al 21enne la "manovra di Heimlich", con forti colpi sull'addome tra ombelico e plesso solare riuscendo a liberare le vie aeree del ragazzo, che però ancora non respirava autonomamente e non era cosciente. I sanitari hanno quindi iniziato le manovre di rianimazione cardiorespiratoria. Poche compressioni di massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca che hanno permesso di salvare il ragazzo che di lì a poco ha riacquistato il battito e la respirazione autonoma. All'arrivo di un'auto medicalizzata e di un'ambulanza del 118 partite in codice rosso, i sanitari hanno potuto constatare che il giovane aveva riacquistato anche lo stato di coscienza e, seppur provato dalla brutta esperienza appena vissuta, non era in pericolo di vita. È stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Cattinara in codice verde, in via precauzionale. Ancora una volta una persona è stata salvata grazie al tempestivo intervento di persone addestrate alle manovre di rianimazione. In questo caso il giovane ha avuto addirittura la fortuna di essere soccorso da due infermieri e un medico. Persone altamente specializzate nel pronto soccorso.

 


«Uno studio ambientale sull'area di punta Olmi»

da "Il Piccolo"
venerdì, 24 novembre 2017


Pressing del M5S


di Riccardo Tosques
Assegnare in tempi rapidi lo studio sulla tutela idrogeologica e delle specie viventi locali site nell'area tra punta Olmi e punta Sottile. Emanuele Romano, capogruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, rispolvera un tema ambientale affrontato nell'ultimo mandato della precedente amministrazione comunale retta dall'allora sindaco Nerio Nesladek. «Nel 2014 il Comune di Muggia aveva pubblicato un avviso per una consulenza sulle aree in questione, a cui risposero due professionisti in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti. E nel 2015 il Consiglio comunale aveva impegnato l'amministrazione a commissionare uno studio ad hoc. Nonostante tutte queste premesse, però lo studio non venne mai affidato», tuona Romano. Il grillino ha lamentato poi la scarsa trasparenza da parte del Comune. «La delibera in oggetto, la numero 55 del 2015, non è consultabile nella sezione "Trasparenza" del sito del Comune. Gli uffici da noi interpellati - spiega il consigliere del M5S - hanno risposto che la presente ricerca di mercato non avrebbe configurato avviso di gara né proposta contrattuale, non avrebbe altresì comportato l'instaurarsi di posizione giuridiche o il sorgere di obblighi negoziali». Romano dunque entra nel vivo della questione: «I motivi per cui volevamo consultare lo studio erano legati alla volontà di approfondire i temi della tutela idrogeologica e delle specie viventi locali. Se la ricerca non configurava obblighi negoziali, quale impegno scaturisce dalla delibera 55? E se si vuole tener fede al principio dell'efficienza ed economicità dell'azione amministrativa è sbagliato sprecare il lavoro fatto in inutili ricerche di mercato. Così come è sbagliato - aggiunge Romano - sbandierare in Consiglio improbabili accessi a fondi europei: se non ci sono gli studi e i progetti, queste risorse economiche europee difficilmente arriveranno a Muggia». Pronta la replica del sindaco di Muggia Laura Marzi presente anche nella scorsa amministrazione comunale: «L'area tra punta Olmi e punta Sottile è ben tutelata dal Piano regolatore generale del Comune di Muggia, riconosciuto come un documento innovativo proprio anche in virtù del fatto che ha recepito e tutelato gli aspetti paesaggistico-ambientali del territorio» . Ricordando come all'interno del Prgc sia stato inserito «un Rapporto ambientale in cui vengono analizzati nello specifico gli aspetti relativi all'ambiente muggesano» e che nelle Norme tecniche di attuazione si trovino «anche le direttive per la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio», Marzi ha puntualizzato come «la ricerca di mercato non presupponeva nessun obbligo per l'Amministrazione precedente, che, ponderata attentamente la situazione ha valutato di non proseguire l'iter per il Sito di interesse comunitario, il cosiddetto Sic» .

 

Delfino verde ko
da "Il Piccolo"
venerdì, 24 novembre 2017


Un guasto tecnico ferma il Delfino Verde. Saltati dodici viaggi sulla Trieste-Muggia

 

Dal primo pomeriggio di ieri il mezzo che garantisce la linea marittima Trieste-Muggia è fermo per un serio guasto tecnico. Dopo aver operato per tutta la mattinata effettuando complessivamente dieci tragitti, alle 14.10, al momento di partire dal molo Bersaglieri di Trieste il motore dell'imbarcazione non ha più dato segni di vita. Prontamente la Trieste Trasporti ha avvisato l'utenza del problema evidenziando come il servizio fosse "momentaneamente sospeso a causa di un guasto". Per ore i tecnici della Tt hanno cercato di risolvere la problematica che però si è rivelata più complicata di quanto previsto in un primo momento. Alle 17.30 la comunicazione che il servizio marittimo sarebbe stato interrotto per il resto della giornata: dodici i viaggi cancellati ieri. «Il servizio è stato sospeso - ha confermato Michele Scozzai, referente per la comunicazione di Tt -. L'auspicio è che da venerdì (oggi, ndr) il servizio possa tornare in funzione». (ri.to.)

 

A Muggia l'ultima conquista dell'anzianotto Casanova

da "Il Piccolo"
venerdì, 24 novembre 2017


Da Venezia all'istroveneta Muggia. Prosegue con la riduzione teatrale di un capolavoro di Arthur Schnitzler dove il protagonista ripensa con struggimento ala sua città natale, la stagione 2017/18 di Muggia Teatro, progetto a cura di Tinaos. Sul palcoscenico del teatro Verdi stasera, alle 20.30, salirà l'attore Sandro Lombardi con una produzione firmata dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi che vede in scena anche Alessandro Marini.Trasferito dalla terza alla prima persona con traduzione, adattamento e regia di Federico Tiezzi, "Il ritorno di Casanova" fa scoprire un avventuriero veneziano stanco di avventure erotiche. Il suo unico sogno è quello di tornare nell'amata Venezia ma, proprio quando sembra che stia per realizzarsi, un amico lo trascina in una sua casa di campagna dove Casanova incontra la giovane Marcolina che riaccende il suo desiderio.«È uno spettacolo - spiega il noto attore e scrittore che impersona Casanova - a cui sono molto affezionato: anche se ha debuttato diversi anni fa, mi piace tenerlo in repertorio per la teatralità, la magnifica narrativa e la dimensione del colpo di scena e dell'accadimento inatteso sempre presenti nella scrittura di Schnitzler e per quello che mi ha sempre affascinato della drammaturgia: una dimensione di Casanova diversa. Casanova è messo in campo non per offrire l'immagine del grande seduttore e avventuriero senza scrupoli a cui siamo abituati, ma di un uomo di 53 anni che si sente vecchio e si vede sfuggire di mano la giovinezza e con essa quella che era stata la sua ragione di vita: la seduzione. Mentre crede di desiderare soltanto un ritorno a casa, avviene però l'incontro con una giovane che - e qui sta l'idea geniale dell'autore - non è particolarmente attraente, ma a far scattare l'interesse di Casanova è il fatto che lei non venga immediatamente sedotta dal suo sguardo. Casanova sente così venire a mancare la capacità di attrarre le donne che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza. Questo fa scattare in lui il desiderio di conquistarla con tutti i mezzi possibili e alla fine ci riuscirà, ma in un modo particolarmente turpe e vergognoso, attraverso l'inganno. Finirà per ottenere, oltre alla ragazza, anche la percezione che la sua vita di seduttore è finita».Prima dello spettacolo, consueto aperitivo con i vini delle Donne del vino del Friuli Venezia Giulia. (g. t.)

 

Scatta la riqualificazione di via di Zaule

da "Il Piccolo"
giovedì, 23 novembre 2017

 

Comune di Muggia pronto ad avviare entro marzo i lavori di asfaltatura e rifacimento marciapiedi

 

di Riccardo Tosques

Nuove asfaltature in arrivo a Muggia. La giunta Marzi ha deciso di investire 190mila euro per la riqualificazione di via di Zaule. «Dovessimo avere a disposizione un avanzo di bilancio, interverremo anche su via Bembo e sulle curve del Villaggio del Pescatore», racconta l'assessore ai Lavori pubblici di Muggia Francesco Bussani. Il finanziamento è frutto del reperimento di 90 mila euro derivanti da oneri di urbanizzazione del 2017, 50mila euro dell'avanzo degli oneri di urbanizzazione del 2016 e altri 50mila prelevati dal fondo di avanzo sempre dello scorso anno. I lavori partiranno entro il mese di marzo. «Nello specifico riqualificheremo i marciapiedi e gli attraversamenti con le curve "a gomito" poste in via di Zaule sotto la scuola elementare», puntualizza Bussani. I lavori rientrano nel preannunciato programma di manutenzione straordinaria delle arterie stradali comunali. Nel corso del 2017 l'amministrazione Marzi ha dato l'ok alla riqualificazione di via Vivoda, la parte alta di Salita Muggia Vecchia (sino in prossimità del Santuario di Muggia Vecchia), Darsella di Chiampore e Darsella di San Bartolomeo. La Giunta ha anche dato il nulla osta per i primi lavori su via Bembo e sulla strada di Località Rio Storto/Pisciolon. Nello specifico i lavori di via Bembo hanno interessato il tratto che inizia in discesa verso via XXV Aprile, dove il Comune è intervenuto con un'operazione di pulizia del tappeto d'usura in modo tale da ripristinare le condizioni di aderenza della strada. «Erano lavori necessari per la sicurezza degli automobilisti. Ora contiamo di riasfaltare l'arteria il prima possibile, forse già con l'inizio del prossimo anno dopo i lavori in via di Zaule, racconta Bussani. La strada di Località Rio Storto/Pisciolon, invece, è stata oggetto di lavori nel suo tratto finale, dove l'arteria compie una doppia curva "a gomito" prima della dorsale di via Vivoda. «La carreggiata, anch'essa senza marciapiede date le larghezze, non era in buone condizioni presentando buche, avvallamenti e usura del manto dovuto al ristagno dell'acqua di carreggiata: tutta l'arteria è stata quindi interessata da un'azione di ripristino delle condizioni di sicurezza», aggiunge l'assessore ai Lavori pubblici di Muggia.Nelle zone di Darsella di Chiampore e Darsella di San Bartolomeo, invece, il Comune ha riqualificato i sedimi stradali eliminando avvallamenti, strati sconnessi del manto stradale e qualsiasi altra criticità. «In alcuni casi abbiamo anche migliorato le condizioni dei percorsi pedonali esistenti e affrontato problematiche di captazione dell'acqua: una serie di opere importanti - conclude l'esponente della giunta municipale - che hanno comportato ovviamente degli iniziali disagi, disagi che interesseranno anche i prossimi interventi ma che naturalmente hanno con fine ultimo il miglioramento delle nostre strade».

 

Lo sport per tutti visto da Pizzul e Idem

da "Il Piccolo"
giovedì, 23 novembre 2017

 

Josefa Idem, ex-canoista, pluricampionessa olimpica, attualmente senatrice, e Bruno Pizzul, noto giornalista sportivo, parteciperanno all'incontro Uno sport per tutti, ultimo appuntamento dell'iniziativa "Quale sport per i nostri figli?" promossa dall'Istituto Jacques Maritain, in collaborazione con il Comune di Muggia. Insieme a loro discuteranno Luca Bianchi, sociologo e presidente della polisportiva Fuori C'entro, Massimo Giacomini, ex calciatore e allenatore, e Luca Grion, filosofo morale e presidente dell'Istituto J. Maritain. L'iniziativa , in programma questa sera alle 20 al Teatro Verdi di Muggia, punta a far capire come il valore formativo dello sport significhi, anche, valorizzare il legame tra sport e inclusione sociale. È possibile fare dello sport un veicolo di genuina e duratura integrazione tra culture diverse? E, per altro verso, è lecito parlare di competizione responsabile? Chi è considerato un vincente deve farsi carico di responsabilità extra-sportive? O, ancora, i vinti possono rappresentare esempi educativi di successo? E c'è spazio, nello sport come in società, per gli scarsi? Interrogativi diversi a cui appunto cercheranno di dare risposta Pizzul e Idem.

 

"Casanova" Lombardi al San Marco

da "Il Piccolo"
giovedì, 23 novembre 2017

 

Alle 17, appuntamento al Caffè San Marco con la presentazione al pubblico dello spettacolo: sul palcoscenico di Muggia Teatro (domani alle 20.30), approda infatti Sandro Lombardi con "Il ritorno di Casanova" di Arthur Schnitzler.

 

Montagna
Al ricreatorio Penso di Muggia il film dedicato a Emilio Comici

da "Il Piccolo"
giovedì, 23 novembre 2017

 

Oggi alle 20.30, alla sala Roma del ricreatorio Penso di Muggia, Francesca Mereu, socia della sottosezione di Muggia del Cai Società Alpina delle Giulie, presenterà il film su Emilio Comici (nella foto) assieme al regista Marco Calabrese e a Luciano Santin. "Sulla via della goccia d'acqua, la storia di Emilio Comici" è un film-documentario basato sulla vita e le imprese del grande alpinista triestino. Il titolo si ispira al concetto della "direttissima" teorizzato nell'alpinismo nel periodo tra le due guerre, secondo il quale il percorso migliore da tracciare durante una salita in arrampicata dovesse rispecchiare simbolicamente quello compiuto, in senso inverso, da una goccia d'acqua che cade dalla cima fino alla base.Comici, in quel periodo, si fece portabandiera di questa ricerca della "purezza geometrica", un senso estetico capace di coinvolgere lo spettatore all'interno del suo ideale. Il film è suddiviso in quattro capitoli che vengono introdotti, di volta in volta, da brevi scene di fiction sceneggiate dagli autori ma ispirate ad avvenimenti reali; si sviluppa seguendo lo svolgimento della vita dell'alpinista, raccontandone le imprese e le salite divenute celeberrime. La passione lo portò a sfidare la sorte e lo scetticismo di un Oaese in apnea tra le due guerre mondiali. La serata rientra nella rassegna fotografica e di videofilmati di soci e simpatizzanti del Cai Sag-Sottosezione di Muggia denominata "Giovedì sera al Cai". L'ingresso alla proiezione sarà gratuito. (ri.to.)

 

Tanto caldo poche mosche. Il 2017 top dell'olio triestino.
da "Il Piccolo"
martedì, 21 novembre 2017


Eccellenti i dati che emergono dalle prime analisi sui prodotti usciti dai frantoi.
L'unico rischio per i "ritardatari" la bora persistente della scorsa settimana.


di Maurizio Lozeiw
L'olio extravergine triestino del 2017? Sarà certamente un prodotto di assoluta eccellenza, frutto di un'annata particolare, come di rado se ne sono viste. È questo il consuntivo di una stagione olivicola che, stando alla maggior parte degli imprenditori locali, è stata davvero particolare, se non addirittura unica. Nonostante l'avvio incerto della stagione primaverile e l'annata di scarico della pianta (l'olivo alterna naturalmente annate più o meno ricche dal punto di vista quantitativo) la produzione triestina, infatti, ha tenuto bene, facendo registrare una produzione variabile da area a area. Ulteriore dato positivo: le sporadiche incursioni degli insetti a insidiare le piante. Saranno state le forti calure estive, o altri fattori ancora da determinare, ma mai come quest'anno la temibile mosca dell'olivo ha evitato quasi completamente gli oliveti. Per tale ragione quasi tutti i produttori hanno portato al frantoio un prodotto perfetto dal punto di vista fitosanitario. Olive sane, belle, che, stando ai primi test condotti informalmente, "sostanziano" ora degli extravergini praticamente biologici, tipici, ricchi di antiossidanti fondamentali per la salute. Altra anomalia stagionale: la maturazione, giunta ben presto rispetto alle medie conosciute, probabilmente, ma questa è solo un ipotesi, proprio a causa delle alte temperature estive. «La raccolta delle olive è oramai agli sgoccioli - informa l'agronomo Paolo Parmegiani - e i diversi frantoi stanno per chiudere. Nonostante l'annata di scarico, le quantità sono considerevoli. Dal punto di vista fitosanitario, il 2017 è un anno eccezionale, una situazione praticamente all'opposto di quella del 2014, quando la mosca dell'olivo compromise quasi integralmente la stagione. Qualche danno lo hanno riscontrato solo coloro che, tardando la raccolta, hanno subito l'imperversare della bora della scorsa settimana. In questi giorni stiamo predisponendo le prime analisi sugli olii che, ovviamente, sono ancora freschi e torbidi - continua Parmegiani - e i risultati sono più che buoni sia sotto il profilo chimico che sotto il profilo organolettico. Ci pronunceremo dopo i vari test attorno alla metà di dicembre, ma l'esperienza ci dice che quest'annata va già collocata tra quelle di rilievo».«Stiamo per chiudere», afferma a sua volta Gianni Zeriul, presidente della Cooperativa agricola di Trieste, il cui frantoio opera in quel di Domio. Anche per Zeriul «siamo di fronte a un'annata più che soddisfacente, dalle caratteristiche uniche. Per esempio - spiega - nonostante le qualità risultino minori rispetto le medie, registriamo un record assoluto di clienti che hanno portato le loro olive al frantoio. Non solo olivicoltori locali, ma pure tanti imprenditori che arrivano dal Friuli, dalla vicina Slovenia e pure dalla Croazia, e che stanno raccogliendo i primi frutti dai giovani impianti impostati. Per venire loro incontro, abbiamo aperto in anticipo rispetto gli anni passati lavorando ininterrottamente giorno e notte per cinque settimane. Sulle qualità è ancora presto per esprimerci, ma sono sicuro che avremo delle grandi soddisfazioni».Buone sensazioni che per Fabiana Scheriani, dai terrazzamenti della muggesana Darsella di San Bartolomeo, sono ormai certezze: «Siamo contenti sotto tutti i profili. Anche la resa è buona, attorno al 15,16% (quantità d'olio ricavata per quintale di olive, ndr). Ora avvieremo alla Camera di Commercio l'iter per ottenere la Dop Tergeste per la nostra Bianchera, in tempo per poter proporre le nostre bottiglie per le festività di fine anno».Di resa ottima parla anche Rado Kocjancic dalle campagne di San Dorligo e Bagnoli: «Le prime spremiture ci hanno confermato il 17,5%, percentuale davvero soddisfacente. Per gli appassionati dell'autoctona Bianchera, il "cultivar" triestino per eccellenza, possiamo rivelare che l'extravergine appare particolarmente piccante, a certificarne la tipicità» Sensazioni importanti pure per Euro Parovel, dell'azienda che tra le prime ha contribuito al "rinascimento" dell'extravergine triestino. Il suo frantoio di San Dorligo opera anche conto terzi. «Grande annata», osserva senza mezzi termini: «Olive perfette e, dalle prime analisi, un olio da incorniciare». Positività a sua volta dall'azienda Starec, una di quelle che hanno scritto la storia dell'extravergine triestino, che è riuscita a completare la raccolta prima che i refoli sferzassero il Breg sandorlighese. «Posso dire che erano anni che non si raccoglievano delle olive così belle e sane», afferma per l'azienda Paolo Starec: «Va da se che potremo proporre diversi "blend" di assoluto livello. Festeggeremo tutti a metà dicembre quando presenteremo il nuovo calendario dell'olivicoltura del Breg».

 

 

Dibattito a Muggia sui valori tra sport e società
da "Il Piccolo"
martedì, 21 novembre 2017


Giovedì prossimo alle 20 al Teatro Verdi di Muggia si terrà il quarto ed ultimo appuntamento dell'iniziativa "Quale sport per i nostri figli?", promossa dall'Istituto Jacques Maritain, in collaborazione con il Comune di Muggia. Interverranno Josefa Idem (ex canoista oggi senatrice ), Luca Bianchi (sociologo della Polisportiva Fuori c'entro), Bruno Pizzul (storica voce delle partite dell'Italia per la Rai) e Massimo Giacomini (allenatore, tra le altre, di Triestina e Udinese). L'incontro, si legge in una nota di presentazione, mira a «riconoscere il valore formativo dello sport» e «valorizzare il legame tra sport e inclusione sociale». Tra le domande cui si cercherà di dare risposta se sia «possibile fare dello sport un veicolo di genuina e duratura integrazione tra culture diverse», se sia «lecito parlare di competizione responsabile», se «chi è considerato un vincente deve farsi carico di responsabilità extrasportive», se «i vinti possono rappresentare esempi educativi di successo» e se «c'è spazio nello sport come in società per gli scarsi».

 

Fondi bis per la bonifica di Acquario
da "Il Piccolo"
lunedì, 20 novembre 2017


In arrivo dalla Regione 400mila euro per il terrapieno di Muggia. Si punta ad aprire parcheggi e accesso al mare entro l'estate


di Riccardo Tosques
«Entro l'inizio della prossima estate garantiremo i parcheggi e l'accesso al mare per i bagnanti di Acquario». Francesco Bussani, assessore ai Lavori pubblici di Muggia, strappa la promessa ai propri concittadini dopo la notizia ufficiale di un nuovo finanziamento per la riqualificazione del terrapieno. La Regione ha infatti deliberato uno stanziamento al Comune di Muggia, attraverso l'Uti Giuliana, pari a 400 mila euro da utilizzare per i lavori di bonifica del sito inquinato di Acquario. Una somma fondamentale per portare a termine il cantiere avviato da qualche mese. Attualmente il terrapieno è interessato dalla messa in sicurezza permanente del primo lotto. L'area interessata si riferisce ai 900 metri che formano la passeggiata a mare prospiciente la scogliera. Ma non solo. Sono in fase di allestimento anche due aree parcheggio per un totale di quasi 100 stalli: uno all'inizio e l'altro alla fine del terrapieno. La spesa complessiva del primo lotto di lavori si aggirava attorno al milione di euro: con il finanziamento giunto dalla Regione la chiusura del cantiere sarà garantita al 100%, con possibilità anche che parte dell'avanzo venga utilizzato per il secondo più impegnativo lotto che dovrà interessare il terrapieno vero e proprio. «Il cantiere sta procedendo bene e sicuramente il finanziamento giunto tramite le Uti è il primo tassello necessario per chiudere tutta la questione Acquario», puntualizza Bussani. Gli interventi sul terrapieno, a lungo interdetto a causa di complesse vicende giudiziarie legate all'inquinamento dell'area, sono stati sbloccati dopo 13 anni di attesa a metà del 2015 quando la Conferenza di servizi regionale ha approvato il progetto definitivo per la sua messa in sicurezza e bonifica. Gli attuali cantieri sono la prosecuzione del recupero del lungomare muggesano iniziato lo scorso marzo con i lavori di riqualificazione del tratto costiero tra Porto San Rocco e Punta Olmi. Già realizzato anche il primo tratto della pista ciclabile sul lungomare tra Porto San Rocco e l'ex confine. Nello specifico sono stati interessati 600 metri tra Punta Olmi e il Molo T, per la cui realizzazione è stato speso un milione di euro. «A questo tratto, che scorre lungo la Strada provinciale 14, si sta aggiungendo ora un ulteriore segmento di circa un chilometro con altri interventi di supporto all'offerta turistica, in particolare la creazione di un'area parcheggio con un centinaio di posti auto suddivisa in due zone che renderà fruibile la prima parte di Acquario», precisa Bussani. Per quanto riguarda invece il secondo e più cospicuo lotto relativo al "cuore" del terrapieno, si attende conferma dei cospicui finanziamenti che la Regione dovrebbe assegnare all'Uti Giuliana (si parla di circa 2 milioni di euro) da cui il Comune dovrebbe poter attingere la somma necessaria per chiudere uno dei capitoli più difficili della storia amministrativa rivierasca.

 

Cinquanta famiglie a Zindis senza telefono da 15 giorni
da "Il Piccolo"
domenica, 19 novembre 2017

 

Inquilini esasperati: «Disservizio incredibile». Telecom: «Domani via ai lavori»
Il problema provocato dalla rottura di un cavo della linea per il maltempo


di Riccardo Tosques
«Siamo completamente isolati da due settimane: non ricordo di aver mai subito né visto un simile disservizio». La muggesana Luciana Ferrari fa fatica a contenere tutto il suo sdegno. Da una settimana la donna, assieme ad un'altra ventina di famiglie di un condominio collocato in strada per Chiampore, è senza linea telefonica, sia in entrata che in uscita. La situazione sta coinvolgendo anche altre famiglie in altri condomini presenti nel borgo di Zindis. Un disservizio che complessivamente non sta lasciando tregua a circa una cinquantina di nuclei famigliari. «Confermo, non siamo i soli. Nel nostro condominio su 36 utenze siamo isolati in venti. Ma ci sono altre famiglie di altre case che stanno vivendo la stessa situazione di disagio», racconta Ferrari. La criticità è iniziata dopo il maltempo che ha coinvolto Trieste e la sua provincia tra l'11 e il 12 novembre scorsi. E proprio da domenica 12 i telefoni della zona hanno iniziato a non funzionare più correttamente. «Una volta capito che il problema non era solo nostro ma generalizzato ho contattato la Telecom, proprietaria delle linee, per avvisare del guasto e cercare di capire quando questo sarebbe stato risolto», aggiunge ancora Ferrari. Al giorno d'oggi, grazie alla telefonia mobile, le comunicazioni sono garantite anche senza i telefoni fissi, anche se non tutti, soprattutto tra le fasce di anziani, sono dotati di un telefono cellulare. C'è poi da tenere conto invece dei problemi legati all'utilizzo della linea internet che giocoforza necessita di una linea telefonica perfettamente funzionante. Nella giornata di ieri abbiamo contattato la Telecom - cosa che avevano fatto anche i condomini coinvolti dal disservizio, ma purtroppo senza successo - per capire meglio il perché del protrarsi così a lungo della problematica e quali le tempistiche previste per il ripristino delle linee. L'addetto stampa di Tim Damiano Caramia racconta cosa sia realmente accaduto: «Purtroppo c'è in corso un guasto ad un grosso lungo cavo tranciato, una situazione piuttosto complicata legata all'operatività della risoluzione del problema».Caramia spiega infatti che per riparare il guasto si dovrà procedere ad una serie di scavi: «È stato necessario avanzare la richiesta di eseguire diversi scavi, motivo per cui i lavori di ripristino della linea non sono potuti partire immediatamente. Ora abbiamo tutto quello che serve per iniziare il lavoro». Ma quando partiranno questi lavori? «Posso garantire che lunedì (domani, ndr) i tecnici saranno sul posto per iniziare gli scavi per la successiva riparazione del cavo che non so se potrà essere riparato o sostituito. Comunque stiamo per risolvere finalmente il problema». Resta da capire ora la tempistica di chiusura dei lavori. Per ora dalla Tim non ci si è voluti sbilanciare: «Esattamente non lo so. Sicuramente il prima possibile». In maniera non ufficiale si intuisce comunque che i lavori dovrebbero concludersi entro due giorni e sicuramente entro la fine della prossima settimana. 

 

Maxi gru in partenza dal canale navigabile
da "Il Piccolo"
domenica, 19 novembre 2017


È in programma un trasporto eccezionale domattina lungo il canale navigabile. Un'enorme gru, alta venticinque metri e dal peso di circa 400 tonnellate, costruita dalla Concrane srl, azienda triestina specializzata nella costruzione di questi manufatti, partirà alla volta di un cantiere navale di Pola. La gru sarà posata su una chiatta che lentamente attraverserà il canale navigabile della zona industriale triestina, adiacente al territorio del comune di Muggia, prima di uscire in mare aperto. «L'operazione era in programma già la scorsa settimana - spiega Adriano Colarich, uno dei responsabili tecnici della srl di cui è presidente Giorgio Contento, già capo della comunità greca di Trieste - ma le forti raffiche di bora che hanno spazzato la città e il golfo ci hanno impedito di portare a termine l'operazione che è stata rinviata a domani». Nel frattempo il vento è scomparso, perciò domani il trasporto avverrà alcun senza dubbio. La gru non è del tutto completata perché, per prassi, gli ultimi pezzi vengono montati nel cantiere di destinazione, ma la visione per chi domattina vorrà recarsi sul posto sarà sicuramente eccezionale.La Concrane srl è sorta nel 2001 dalle Officine meccaniche Contento, una snc che operava sempre nel settore della costruzione di gru e strumenti portuali, sempre con sede in via Caboto. L'eccezionalità dell'operazione in programma domattina sta nella dimensione della gru che sarà sollevata, sistemata sulla chiatta e trasportata lungo il canale navigabile. «Dal cantiere di Pola la gru sarà poi collocata su una nave - aggiunge Colarich - dove sarà utilizzata per quella che è la sua funzione naturale, cioè la movimentazione».

 

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di sabato 18 novembre 2017

 

Il nuovo patto contro il rigassificatore
da "Il Piccolo"
venerdì, 17 novembre 2017

 

Il Comune di Muggia impugna il timbro di Roma sul metanodotto con Regione e Ancarano. Si accoderà pure San Dorligo

 

di Riccardo Tosques
Nuova crociata ambientale in arrivo per il Comune di Muggia. L'amministrazione Marzi ha annunciato pubblicamente ieri di aver presentato ricorso al Tar del Lazio contro il ministero dell'Ambiente per esprimere il proprio no al progetto del metanodotto Trieste-Grado-Villesse proposto dalla Società Snam Rete Gas Spa, considerato un vero e proprio progetto "costola" del nuovo terminale Gnl. Al fianco del Comune di Muggia, con ricorsi paralleli ed individuali, si sono schierati contro il metanodotto sia la Regione che il vicino Comune di Ancarano. E se San Dorligo della Valle sta preparando gli ultimi incartamenti per prendere parte a questa battaglia ambientale, il grande silenzioso assente, per ora, pare essere il Comune di Trieste. Trentadue pagine, riempite grazie all'alacre lavoro dell'avvocatura civica del Comune muggesano formato dagli avvocati Walter Coren e Antonella Gerin, sono l'ossatura del ricorso che si prefigge punto per punto il progetto proposto da Snam Rete Gas. La problematica più eclatante si evidenzia dalle mappe allegate al ricorso, in cui si ricorda come il braccio di mare coinvolto sia già interessato da un notevole traffico navale - soprattutto a servizio delle strutture del Porto, sulla costa settentrionale - ed è soprattutto limitrofo a zone costiere densamente abitate. Come già denunciato nei precedenti tre ricorsi contro il rigassificatore, il Comune rivierasco ha rimarcato appunto la presenza di numerosi impianti industriali presenti nell'area, anche a rischio di incidente rilevante, quali ad esempio i depositi costieri di carburante nell'area dell'ex raffineria Aquila, i diversi impianti attivi in Zona industriale, tra cui il termovalorizzatore, a ridosso del Canale navigabile, i pontili per l'attracco delle navi petroliere con gli allacci alle condutture dell'oleodotto transalpino gestito dalla Siot, nonché la Ferriera. Inoltre - sostiene il ricorso - il progetto del metanodotto andrebbe a cozzare direttamente con il Piano regolatore del Porto che contempla l'ulteriore sviluppo delle attività mediante la realizzazione di nuove infrastrutture quali l'estensione del molo VII, la realizzazione del nuovo molo VIII e i lavori di realizzazione del Terminal ro-ro all'ex Aquila. Insomma: un'area già destinata ad un considerevole incremento dei transiti, specie delle navi porta-container. Ma è la questione della sicurezza nei confronti della cittadinanza che mette maggiormente sotto accusa il progetto. «Le tubazioni del metanodotto risultano molto a ridosso della costa muggesana: stiamo parlando di una distanza di soli 75 metri dal molo Cristoforo Colombo e quindi dal nostro centro storico», stigmatizza il sindaco di Muggia Laura Marzi.Non secondaria sarebbe poi la presenza di navi gasiere lunghe 200 metri e larghe 50 che dovrebbero necessariamente transitare attraverso la parte più stretta del Vallone di Muggia - tra i pontili della Siot e lo stesso molo Colombo - ovvero in un tratto di 630 metri. «Una distanza peraltro già quasi coperta come spazio di manovra dalle navi petroliere che vengono ormeggiate ai pontili del Terminal olii e che non tiene conto del futuro traffico di navi del Terminal ro-ro», tuona ancora Marzi. L'assessore all'Ambiente Laura Litteri ricorda poi le problematiche legate ai fondali «risaputamente inquinati, che se smossi dunque provocherebbero delle gravi conseguenze», fermo restando che «il futuro dello sviluppo energetico non può essere riconducibile ad un metanodotto ma alle energie rinnovabili».Marzi evidenzia infine la filosofia portante del ricorso contro il ministero dell'Ambiente: «La sicurezza della popolazione ed il rispetto per l'ambiente sono per noi preponderanti rispetto ai benefici che si ipotizzano derivare dalla realizzazione di un metanodotto e di un rigassificatore».

 

E adesso manca solo il ricorso del capoluogo. Capigruppo già in pressing su Dipiazza
da "Il Piccolo"
venerdì, 17 novembre 2017

 

 

«Tutti i capigruppo del Consiglio comunale di Trieste hanno firmato una mozione urgente che impegna il sindaco Dipiazza a presentare ricorso contro il Decreto ministeriale con cui è stata disposta la compatibilità ambientale del progetto del metanodotto presentato da Società Snam Rete Gas spa». Piero Camber, capogruppo Fi, rassicura che il capoluogo farà la sua parte nella battaglia contro il metanodotto. Nell'ultima seduta del Consiglio un testo a firma Pd, per effetto anche dell'input del sindaco di Muggia Marzi (foto), è stato sottoposto all'attenzione dei capigruppo, che senza distinguo hanno deciso di sottoscrivere all'unanimità la richiesta di intervento di Dipiazza contro il progetto di Snam Rete Gas. «Il documento non è stato votato subito, durante l'ultima riunione del Consiglio, esclusivamente per motivi di tempo», rassicura Camber. Insomma: dopo Muggia, Ancarano, Regione e San Dorligo , anche Trieste è pronta a sottoscrivere un ricorso contro il metanodotto. (tosq.)

 

Coralie, Neva, Sonia e le altre. Il raduno delle "mule" della 20
da "Il Piccolo"
venerdì, 17 novembre 2017

 

A Muggia l'incontro tra le ex commesse del centro che si sono conosciute sulla filovia
Irene ricorda la nevicata del Natale '63, Mirella a bordo ha addirittura trovato marito

 

di Lilli Goriup
Nel 1951 Coralie andava da Muggia a via Carducci con il vaporetto. L'anno dopo arrivò la filovia numero 20, con le «tirache», che si è subito ribaltata, giù dalla «riva de Stramàr». Sempre qui, il veicolo è rimasto bloccato dalla bufera, la sera della vigilia di Natale del 1963: «Son arrivata a casa all'una di notte, a piedi, con i suoceri che mi aspettavano», racconta Irene. È la carica delle "commesse della 20": decine di donne che da Muggia andavano a lavorare nei negozi di Largo Barriera con la filovia. Talmente affiatate che ieri si sono riunite: «Tutta Muggia è in fermento per la nostra rimpatriata», dicono.Tra gli anni Cinquanta e Sessanta ogni autista sapeva che prima di partire doveva aspettare di veder comparire, nello specchietto retrovisore, la figura trafelata di Sonia, che correva «su per la rivetta». E mentre Mirella ammirava il suo futuro marito, su quel bus, Neva teneva i posti per le altre. «Alla fine del 1951 andavamo ancora con il vaporetto», racconta appunto Coralie, all'epoca commessa al negozio di elettrodomestici e ferramenta "Cesca" di via Carducci. Continua: «Nel' 52 è arrivata la filovia. E lo stesso anno, scendendo giù dalla "riva de Stramar", si è ribaltata in acqua: era diventata una barzelletta, era come "el tram de Opcina", si rideva».Tragicomico episodio a parte, l'avvento della 20 ha significato una svolta nella qualità della vita di quelle donne: «Prima arrivavamo a casa alle 13.15, per pranzo, e alle 13.45 dovevamo ripartire. Dopo invece avevamo un'ora, per mangiare e fare il giretto». La 20 all'epoca aveva le "tirache", ovvero bretelle, in dialetto: così erano soprannominate le pertiche che collegavano il mezzo di trasporto ai cavi della filovia: «A ogni curva cadevano e il bigliettaio Michele, che oggi purtroppo non c'è più, doveva scendere per rimetterle a posto». A parlare è sempre Coralie, all'anagrafe Coralia: «Perché i "fasisti" volevano che i nomi di donna finissero con la "a"».Coralie è una delle organizzatrici della rimpatriata di ieri, consistita in un pranzo alla trattoria "La tappa" di Muggia: «Ci si preparava da un anno, tutta Muggia era in fermento. Siamo presenti in 27, cui si sommano altre 12 che non sono riuscite a venire». Prende la parola Irene: «La vigilia di Natale del' 63 ho lavorato fino alle nove di sera, con i clienti che si affannavano per gli ultimi acquisti. All'uscita ha piovuto e subito dopo nevicato. Si è formata una "lastra de jazo" spaventosa, tanto che la 20 si è fermata a metà di viale D'Annunzio». I più sono scesi mentre altri, Irene compresa, sono rimasti a bordo fino alla rimessa, dove la vettura è stata dotata di catene. Per niente: «Arrivati a Stramàr, l'autista ha detto: "No'ndemo più 'vanti". Si vedevano panettoni e spumanti volare per la strada, scagliati dagli appiedati che non sapevano più dove metterseli. Altri scivolavano. Io sono arrivata a casa all'una di notte, a piedi, e mi ero sposata da poco: c'erano tutti che mi aspettavano! ».Sonia ricorda: «Salivo alla fermata di via Flavia, all'altezza del ballo "Paradiso". Ogni mattina facevo immancabilmente tardi e gli autisti erano così gentili che mi aspettavano. Sapevano che mi avrebbero vista correre, su per la rivetta». Avanzare l'ipotesi che gli autisti le facessero "le bele", che la corteggiassero, ieri ha sollevato un coro di «nooo!» da parte di Sonia e delle sue amiche: «Erano solo gentili, anche perché la 20 passava ogni mezz'ora e perderla era un problema per chi doveva andare a lavorare. "Come xe mule? Buongiorno", dicevano». Qualcuna tuttavia aggiunge in dialetto: «Però iera bei autisti e, soprattutto, bei bigliettai». Mirella, all'epoca commessa in un negozio di borsette, sulla 20 si è addirittura innamorata: «Una volta scesa dalla filovia ognuna correva, chi in una direzione e chi in un'altra, perché si era sempre tardi. In generale ne ho un bel ricordo perché, oltre a stare con le amiche, ogni giorno guardavo un bel giovanotto che poi è diventato mio marito. E lo è tuttora: Edi». Neva lavorava da "Bimbi eleganti", di fronte mercato coperto. Dice: «I sedili erano posizionati in modo che ci si sedesse gli uni di fronte agli altri. Così chi saliva per prima prendeva i posti per le amiche. Queste ultime, al ritorno, arrivavano sempre cariche di borsette».

 

Da largo Barriera fino a Muggia. Fu la prima linea extraurbana
da "Il Piccolo"
venerdì, 17 novembre 2017

 

La filovia è una vettura a trazione elettrica che, a differenza del tram, non corre su rotaia. La rete filoviaria di Trieste fu in funzione dal 1935 al 1975. La prima tratta a essere varata fu la "linea dei Colli", che correva da piazza Goldoni alla stazione di Campo Marzio. La storica linea 20, come ricordato dalla signora Coralie, fu varata nel 1952: il primo gennaio di quell'anno vide la luce un ampliamento generale della rete urbana, dopo i danni della Seconda guerra mondiale. La 20 rappresentò la prima linea di trasporto extraurbana. Aveva i suoi capolinea in largo Barriera e a Muggia (nella foto), nei pressi del confine con la Jugoslavia, da cui in molti giungevano a Trieste per fare shopping. La letteratura locale ha dedicato più di un volume al tema dei filobus, tra cui "Trieste in filovia" di Roberto Carmeli (Danubio) e "I Trasporti a Trieste", di autori vari (del Bianco). (l. gor.)

 

 

 

Strada per Lazzaretto, fondi antifrana da Roma
da "Il Piccolo"
giovedì, 16 novembre 2017

 

 

In arrivo 342mila euro per un secondo intervento di messa in sicurezza. Lavori nel corso del 2018

 

 

Esattamente 342mila euro per interventi di natura idrogeologica da investire sul versante a monte della Provinciale 14, più conosciuta come Strada per Lazzaretto. Nuovo cantiere in arrivo a Muggia grazie al finanziamento reperito dalla Regione tramite il ministero dell'Ambiente per un'ulteriore messa in sicurezza dell'area che nell'ottobre del 2014 fu teatro di una frana che causò la morte della settantatreenne Loreta Querel Gullini. Il contratto d'appalto sarà firmato entro la fine del 2017. I lavori veri e propri dovrebbero iniziare dunque nei primi mesi del nuovo anno per concludersi entro la fine dello stesso. L'intervento prevede la regimazione delle acque superficiali e la messa in sicurezza del versante all'altezza di punta Ronco - punta Sottile. «Le principali criticità correlate alla sicurezza dell'area interessata potrebbero essere le colate detritiche e, marginalmente, un'eventuale caduta di massi causate principalmente da scadenti regimazione e raccolta delle acque di dilavamento e di sorgente», fa presente l'assessore ai Lavori pubblici Francesco Bussani, che, sottolineando come il progetto sia stato inserito all'interno del programma triennale delle opere pubbliche, ricorda come «di fronte a una situazione di potenziale pericolo per la pubblica incolumità, per il territorio e per le infrastrutture presenti in quella zona, non potevamo che continuare a intervenire». Continuare perché Strada per Lazzaretto era già stata interessata da un finanziamento di 500mila euro per un intervento urgente. «Oltre alle risorse messe in campo ed agli interventi d'urgenza eseguiti sul territorio dall'ente, quel finanziamento di 500mila euro ha permesso di intervenire in maniera puntuale ed in parte risolutiva nelle zone di dissesto idrogeologico colpite dagli eventi del 2014», spiega Bussani. Era la notte tra il 14 ed il 15 ottobre 2014 quando il territorio muggesano fu colpito da intense e persistenti precipitazioni che causarono diverse situazioni di criticità, specie proprio nella zona di Punta Sottile, lungo la Provinciale 14, dove si verificarono alcune frane, causando appunto una vittima. Dopo le verifiche, accertata la situazione del versante e le relative criticità, una relazione della Protezione civile regionale evidenziò come fosse necessario intervenire con urgenza, stanziando un contributo col quale il Comune, quale ente attuatore, ha realizzato un intervento di pulizia e taglio della vegetazione che gravava sul versante che dalla sommità del promontorio di Punta Sottile scende fino al mare, nonché di raccolta e sgrondo delle acque. Oltre a ciò il Comune ha provveduto a creare un nuovo canale a cielo aperto, compatibile con la quantità di acqua convogliata dallo stesso in caso di abbondante scrosci. «Con le risorse a disposizione chi ci ha preceduto ha dovuto optare per delle scelte che non potevano risolvere definitivamente i problemi pur mettendo in sicurezza una parte della zona. Ma a quel primo intervento - conclude Bussani - ne seguirà ora un altro». (ri. to.)

 

 

"Gens", ritratti in foto per tre
da "Il Piccolo"
giovedì, 16 novembre 2017

 

 

Oggi alle 18, al Museo Carà di Muggia, si apre la mostra fotografica di Roberto Giovetti, Adriana Iaconcig e Angelo Serafin, intitolata "Gens". La mostra è organizzata da Photo-Imago. L'esposizione, curata da Adriano Perini, si sviluppa su tre percorsi personali con i quali gli autori affrontano la tematica del ritratto partendo da approcci totalmente diversi. Giovetti ci presenta uno spaccato curioso e malizioso della middle-class americana in vacanza. Il lavoro di Iaconcig prende forma dalla particolare formazione artistica della fotografa cividalese che inserisce gli adolescenti delle Valli del Natisone nel loro ambiente naturale ancora intatto e non contaminato dalla contemporaneità. Serafin ci invita a soffermarci sui giovani: ce li presenta attraverso una serie di scatti nei quali compaiono, come protagonisti, le amiche e gli amici dei suoi figli. La mostra sarà visitabile sino a domenica 10 dicembre (da martedì a venerdì 17-19, sabato 10-12 e 17-19, domenica e festivi 10-12; lunedì chiuso). Ingresso libero.

 

 

Tornano i vandali a Muggia, è strage di auto
da "Il Piccolo"
mercoledì, 15 novembre 2017


Calci alle portiere e specchietti divelti al porticciolo. L'episodio segue quello delle gomme sgonfiate ai veicoli in sosta in centro

di Riccardo Tosques
Vandali nuovamente in azione a Muggia. Ignoti hanno preso di mira le automobili dei residenti in varie zone della cittadina. Le segnalazioni, inizialmente sporadiche, si sono fatte sempre più numerose sui social network fino a creare un vero e proprio allarme. L'ultimo fatto risale alla nottata tra lunedì e ieri, quando alcuni specchietti sono stati divelti in zona porticciolo con tanto di probabili calci alle portiere viste le impronte lasciate sulla carrozzeria. Presi di mira anche i dehors di una vicina gelateria nell'area del Mandracchio. Nei giorni precedenti, invece, erano stati sgonfiati gli pneumatici di diverse automobili regolarmente parcheggiate in Viale XXV aprile e in via D'Annunzio. Forte lo stupore da parte dei proprietari nel constatare, anche grazie al tam tam del web, come le gomme sgonfiate riguardassero quasi una decina di automobili. Cifre che fanno propendere per una vera e propria azione mirata e non occasionale. I vandali e i "sabotatori" delle macchine si aggiungono dunque ad una lunga lista di episodi che quest'anno ha visto salire i fenomeni di microcriminalità e, appunto, vandalismo. Eclatante il caso delle sedie e dei tavolini della Biblioteca comunale, lordati e bruciati. Oppure il furto del motore di un carro di Carnevale ai danni della compagnia dei Mandrioi nel piazzale ex Alto Adriatico, per un danno di circa mille euro. Non si contano poi le sedie ritrovate rotte o addirittura scomparse, che solitamente giacevano sotto la loggia di piazza Marconi di fronte alla sala d'arte dedicata alla memoria di Giuseppe Negrisin, sedie di proprietà del Comune, utilizzate durante gli incontri pubblici.L'escalation di furti e danni era già iniziata in estate, con la misteriosa sparizione di numerosi fiori e piante asportati da aiuole pubbliche e giardini privati. Tra i gesti peggiori si possono citare poi i furti di diversi fiori dalle tombe nel cimitero e delle sei piantine di lavanda acquistate per beneficenza (i soldi erano stati utilizzati per l'arrivo a Muggia degli studenti di due classi appartenenti ad una scuola vittima del terremoto in Centro Italia) dall'associazione Cuore amico Muggia, e piantumate in via Roma.Sulla nuova vicenda dei vandali delle automobili l'assessore alla polizia locale Stefano Decolle esprime perplessità che non aveva nascosto nemmeno in altre occasioni: «In una società in cui tutti viviamo costantemente con il cellulare in mano, mi chiedo come i delinquenti possano sempre agire in maniera indisturbata senza mai essere ripresi o fotografati. Inoltre mi chiedo perché, una volta accortesi del danno subito, le persone, invece che postare su Facebook l'accaduto, non si rechino dalle forze dell'ordine a sporgere regolare denuncia, visto che, a quanto ci risulta, nessuno ha formalizzato alcunché per gli ultimi episodi ai danni delle proprie automobili».

 

 

Bilancio dell'ente e piano delle opere pubbliche nell'agenda del Consiglio comunale di stasera
da "Il Piccolo"
mercoledì, 15 novembre 2017


Oggi alle 19.30 il Consiglio comunale di Muggia si riunirà in seduta straordinaria. Sei i punti all'ordine del giorno della seduta convocata dal sindaco Laura Marzi (nella foto). Tra i principali la prima modifica al programma delle opere pubbliche 2017-2019 e all'elenco annuale 2017 e la variazione al bilancio di previsione finanziario 2017-2019. In agenda poi l'approvazione del bilancio consolidato per l'esercizio 2016 e l'adeguamento degli statuti delle società a controllo pubblico. Sono previsti inoltre due punti all'ordine del giorno meno "tecnici". Il primo sarà una discussione, avanzata dal consigliere comunale Nicola Delconte di Fratelli d'Italia e sottoscritta da Lega Nord e Forza Muggia - Dpm, sul riordino del sistema sanitario regionale e sulle ripercussioni provocate dalla riforma sanitaria a Muggia. Il secondo tema d'attualità sarà una mozione proposta sempre dal centrodestra rivierasco incentrata sulla programmazione degli sfalci del verde pubblico nel territorio muggesano. (tosq.)

 

Muggia si affida al Gal per rilanciare il turismo

da "Il Piccolo"
martedì, 14 novembre 2017

 

Il Gruppo di azione locale Carso "ingaggiato" per coinvolgere i privati nella promozione del territorio

 

di Riccardo Tosques
«Raccoglieremo fino a fine dicembre un questionario in cui ogni azienda esprimerà i propri interessi e bisogni, poi definiremo un progetto operativo, grazie a tre incontri con gli operatori a gennaio». David Pizziga, presidente del Gal, il Gruppo di azione locale Carso, pianifica così la strategia da adottare per lo sviluppo del turismo nella cittadina istroveneta.Il Gal Carso, ente che include dodici comuni, tutte le organizzazioni locali degli agricoltori, le comunelle e la Zkb, ha ricevuto mandato ufficiale da parte dell'amministrazione Marzi di mettere assieme gli operatori del territorio per offrire un servizio di interesse collettivo a livello di promozione delle eccellenze territoriali, di presenza alle fiere e di informazione e accoglienza turistica. Scelto dal Comune di Muggia sia per le competenze che per la forma giuridica, il Gal sarà il soggetto più importante in un partenariato più ampio che coinvolgerà PromoTrieste, l'associazione muggesana Viaggiare Slow e la Cooperativa Basaglia. «Stiamo parlando di un gruppo ben strutturato, con idee molto chiare e una strategia già meticolosamente pianificata, che coinvolgerà attivamente la città nei prossimi mesi. La nostra è stata una scelta ben ponderata», racconta l'assessore al Turismo Stefano Decolle. Ma quali sono gli obiettivi a cui mira il progetto finale dell'amministrazione Marzi? Il punto di partenza è quello di sviluppare l'infopoint in modo da «coniugare il servizio pubblico ad un approccio professionale privato per poter vendere esperienze turistiche e pacchetti in particolare basati su Muggia», ma non solo. In questo contesto si colloca l'idea di creare, all'interno di questo infopoint, un punto di riferimento dei prodotti locali con un occhio di riguardo ovviamente a Muggia, ma senza sottovalutare la valenza della promozione di tutto il territorio. «Attraverso la realizzazione di questo progetto Muggia sarà in grado di garantire i servizi pubblici, quali ad esempio l'apertura del punto informativo per residenti e turisti, e allo stesso tempo servizi privati, come noleggio e tour guidati con e-bike e bici, servizio incoming, esperienze attive e pacchetti turistici e rivendita di prodotti del territorio, oltre alla promozione congiunta di Muggia e del territorio sul mercato turistico internazionale attraverso la creazione e l'uso di un'immagine grafica coordinata e la presenza alle fiere», sentenzia Decolle.La giunta Marzi punta anche a coinvolgere fortemente le aziende e le associazioni muggesane. Ottimista Pizziga: «Metteremo in campo a Muggia la nostra esperienza nel coinvolgimento delle aziende che in Carso ha già portato alla creazione di un coordinamento di operatori. Ora, assieme al Comune, coinvolgeremo nella promozione turistica i privati che a Muggia hanno voglia di essere costruttivi e concreti proprio nella creazione di prodotti e servizi turistici»

 

Progetto sociale in Riviera "snobbato" dalla Regione
da "Il Piccolo"
martedì, 14 novembre 2017

 

«Purtroppo il progetto "Scopri Muggia: una città accessibile" ha ottenuto 30,8 punti e non ha raggiunto il limite di 40, fissato dal bando per la concessione del contributo».Con una mesta mail il Comune ha annunciato la bocciatura, da parte della Regione, del progetto confezionato dalla Commissione Pari opportunità : in palio c'erano finanziamenti fino a un massimo di 20 mila euro. La non ammissione è stata presa con filosofia dall'assessore alle Po Laura Litteri: «I bandi a cui si partecipa non danno sempre l'esito sperato». La proposta era quella di individuare un gruppo di future imprenditrici che, nella fase iniziale del progetto, avrebbero dovuto svolgere una ricerca sulle buone pratiche in tema di turismo sostenibile ed accessibile alle persone diversamente abili e alle loro famiglie attuate sul territorio provinciale, regionale e nazionale. Destinatarie del percorso progettuale da cinque a 10 donne, maggiorenni, senza occupazione e residenti a Muggia. Come detto, però, il progetto alla fine non è stato ammesso al contributo. «A volte, nonostante si sia ovviamente convinti della bontà di quanto prodotto, non si raggiungono i punteggi necessari o, semplicemente, qualche altro progetto è più meritevole: in questo, come in tutti i campi della vita. È uno degli insegnamenti che, come qualsiasi mamma, ho dato ai miei figli - spiega ancora Litteri - e che anche le commissarie hanno ben presente: abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità e non abbiamo rimpianti. La delusione è sicuramente comprensibile, ma non deve essere demotivante. E infatti non lo è stata, dato che siamo comunque all'opera e che attendiamo conferme di liete notizie che sembra arriveranno a breve relativamente ad un altro progetto che abbiamo presentato nel frattempo».La Regione ha pubblicato, infatti, il bando "Iniziative speciali volte a contrastare la violenza di genere nei confronti delle donne".In palio ci sono stavolta finanziamenti fino ad un massimo di duemila euro. E Muggia non si è tirata indietro neppure questa volta.(ri.to.)

 

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di lunedì, 13 novembre 2017.  

 

Una piccola bitta tra i gioielli riportati a galla dalla "Wien"
da "Il Piccolo"
domenica, 12 novembre 2017

 

Recuperati nelle acque fra Servola e Muggia alcuni reperti della corazzata asburgica
Saranno esposti all'ex Pescheria dal 17 dicembre al primo maggio del prossimo anno

 

di Nicolò Giraldi
Esistono storie che rimangono sul fondo del mare per molto tempo. A volte, dopo un secolo, riemergono dall'oblìo, per ragioni storiche o spesso ideologiche.Ieri mattina nello specchio di mare tra Servola e Muggia una parte della storia triestina ha fatto pace con i fantasmi che la tormentavano. Grazie al lavoro del Gruppo sommozzatori dei Vigili del fuoco e l'interessamento dell'Erpac, di concerto con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg, sono stati portati alla luce alcuni frammenti della corazzata asburgica Wien affondata dagli italiani il 10 dicembre 1917. Giace sul fondale motoso che l'ha tenuta nascosta fino al 2008 quando Stefano Caressa, grazie allo side scan sonar che permette di fotografare i fondali con assoluta precisione, l'ha ritrovata. «L'operazione di recupero - spiega Pietro Spirito, giornalista esperto di storia marittima - ha un carattere altamente simbolico. Questa storia in effetti doveva essere scomoda, visto che gli italiani riuscirono sì a silurarla e farla colare a picco, ma a bordo c'erano anche molti triestini». Le cronache riportano di alcuni uomini che dovettero raggiungere a nuoto la costa vicina. Si racconta avessero bussato alla porta della casa di Italo Svevo, chiedendo un po' di aiuto. Questa vicenda ha tutti gli elementi delle storie di mare. Rita Auriemma, direttrice del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell'Erpac, chiarisce il motivo dell'immersione: «Questi frammenti saranno esposti alla mostra che aprirà al pubblico il 17 dicembre al Salone degli incanti e che avrà come protagonista proprio l'Adriatico». È quel mare solcato dalle migrazioni, riempito dalle anfore, e dalle imbarcazioni che portavano balle di seta in dono ai sultani, che parla di intimità. «È Matvejevic a rivelarlo con Breviario Mediterraneo - ancora Auriemma - e questo allestimento avrà il compito di raccontarcelo attraverso i reperti che giacevano in fondo al mare e che gli uomini hanno recuperato. È la prima volta che si riescono a mettere assieme un migliaio di reperti provenienti da musei italiani, sloveni, croati e montenegrini». Il recupero ha infatti portato alla luce alcuni pezzi della corazzata da 5.600 tonnellate. «Il pezzo forse più importante - così Spirito - sembra essere una sorta di piccola bitta, anche se saranno gli archeologi a chiarire il tutto con precisione». Di Paola Ventura della Soprintendenza il quesito sulla sistemazione definitiva dei reperti, a mostra conclusa. A bordo di una motovedetta della Capitaneria è salito anche Giorgio Rossi, assessore alla Cultura, convinto che «quest'operazione faccia bene alla coscienza cittadina per conoscere una storia dimenticata». Rossi assicura che «il Museo della città di Trieste verrà realizzato» alludendo ad una possibile soluzione per i frammenti del Wien. Il fondale davanti alla Ferriera ha immobilizzato la corazzata asburgica, che rappresenta a tutti gli effetti una sezione importante delle vicende storiche della città. Il recupero, seppur simbolico di alcuni frammenti, si inserisce con puntualità nell'interesse che il centenario della Prima guerra mondiale ha suscitato un po' dappertutto. La mostra, che vede il coinvolgimento di oltre 60 partner italiani ed internazionali e che s'intitolerà "Nel mare dell'intimità - L'archeologia subacquea racconta la storia dell'Adriatico", narrerà le vicende di questo mare attraverso i reperti archeologici che sono stati rinvenuti proprio sui suoi fondali, sia occidentali che orientali. «È la storia di come questo specchio d'acqua sia il luogo dove le contaminazioni si sono manifestate con più impatto nel Mediterraneo, raccogliendo nelle sue profondità tutto quello che viviamo ancora oggi», aggiunge Auriemma. Un mare narrato da millenni soprattutto dagli uomini e dalle donne che l'hanno vissuto. Fogli di cartavelina sovrapposti gli uni sugli altri, tra rotte di navigazione, percorsi mercantili, finestre belliche e, ancora, memorie affondate ed emersioni in cerca di ossigeno. L'empatia delle sue acque, gli spostamenti e gli esodi che l'hanno dipinto, le mani dei suoi marinai al cospetto degli imperatori, i suoi fari e le botti di vino, le lingue e le sue parlate antiche. Recuperando alcuni pezzi del Wien ieri si è voluto porgere un omaggio a questo mare e alle anime che lo navigano da sempre. Pietro Spirito chiarisce che «i frammenti erratici recuperati resteranno temporaneamente in custodia ai Vigili del fuoco fino all'inizio del restauro che avverrà ad opera dell'Erpac nelle prossime settimane». Se Matvejevic fosse vivo, con ogni probabilità mostrerebbe un'espressione sorridente, certamente adriatica. La mostra rimarrà aperta fino al primo maggio 2018.  


La Protezione civile di Muggia si rifà il look
da "Il Piccolo"
sabato, 11 novembre 2017

 

Dagli elmetti fino alle valigette di pronto soccorso: attrezzature in arrivo aspettando la futura sede

 

di Riccardo Tosques
Elmetti, valigette di pronto soccorso, scarpe, magliette ma anche pneumatici e batterie. In attesa della nuova sede la squadra della Protezione civile di Muggia si è rifatta il look in vista dei prossimi interventi di emergenza (e non solo). Il Comune di Muggia ha infatti disposto una spesa di quasi 3mila 800 euro per l'acquisto di attrezzature e materiali necessari allo svolgimento del lavoro di volontariato della squadra rivierasca. Il materiale acquistato va dai nove elmetti-caschi di protezione a quattro valigette di pronto soccorso per automezzi e per la sede, passando per i nuovi pneumatici per l'autoveicolo 2x2 senza dimenticare quattro batterie-accumulatori sempre da utilizzare per i veicoli della Protezione civile. Conclude l'ordine, l'acquisto di una fornitura di calzature di sicurezza e magliette "polo". L'amministrazione comunale ha deciso di concedere il finanziamento tramite una variazione del Bilancio 2017 approvata dal Consiglio comunale nell'ultima seduta in seguito alla richiesta avanzata dal coordinatore della squadra comunale dei volontari della Protezione civile Giuseppe Conte. Una buona notizia dunque per i volontari che attendono da tempo la riqualificazione della loro sede operativa. Su questo fronte il Comune ha confermato che i termini per la formulazione dell'offerta per realizzare la nuova location scadranno a fine mese. Con ragionevolezza si stima dunque di poter chiudere l'aggiudicazione entro l'anno in modo da vedere l'inizio dei lavori con il 2018. Intanto dal sindaco Laura Marzi arrivano parole di stima per la propria squadra comunale di volontari: «Hanno da sempre dato prova del loro impegno nelle situazioni emergenziali che hanno colpito il territorio. Ci tengo a ricordare, però, che tale impegno va al di là degli episodi legati all'emergenza, e si declina in esercitazioni e corsi per migliorare continuamente competenza e professionalità, nel sostegno a varie iniziative dell'ente e, non da meno, nel coinvolgimento, all'occorrenza, in operazioni di soccorso a livello nazionale, come accaduto nel tragico terremoto che aveva colpito il centro Italia. A loro, pertanto, va ribadito il nostro sentito ringraziamento che a volte, come in questo caso, riesce a tradursi anche in qualcosa di tangibile». Concorde l'assessore con delega alla Protezione civile Tullio Bellen: «È un periodo di rinnovamento positivo che rappresenta un significativo passo avanti per la squadra comunale di Muggia, che di recente ha visto l'approvazione del nuovo Piano di emergenza comunale e che vede avvicinarsi la concretizzazione della tanto attesa nuova sede».

 

“Antichi sapori”, festa di San Martino a Muggia

da "Il Piccolo"
venerdì, 10 novembre 2017


Casette nel centro storico, musica, spettacoli teatrali e libri fino a domenica. Con tombola

 

di Riccardo Tosques

Tutto pronto per la 13a edizione della festa di San Martino a Muggia. La tradizionale kermesse intitolata “Antichi sapori d’autunno” prenderà il via oggi, alle 9, con l’apertura del villaggio nel centro storico. Alle 17, Fiorella Bencic presenterà - alla sala Negrisin - il libro di poesie “Gli uccelli nel mio uliveto” scritto da Boris Pangerc. Alle 18, la vera e propria inaugurazione con tanto di visita alle casette. La musica allieterà i presenti a partire dalle 19.15 con gli Andè Casa Dei mentre alle 20.30 ci si sposterà al teatro Verdi con la commedia musicale “Aspettando la Parenzana-Il treno dal fiato corto, ovvero men sana in Malvasia istriana” di e con Cesare Tarabocchia, Orchestra Muja Folk Serenade e Gruppo musicale Castrum Band. Il villaggio chiuderà alle 22. Sabato invece, dalle 9 alle 18, piazza della Repubblica, via Dante e corso Puccini ospiteranno il mercato degli hobbisti. Alle 11, alla sala Negrisin, il corso di agricoltura con lezione di Paolo Parmegiani che verterà sulla “Qualità dell’olio-Introduzione all’assaggio e assaggi olio nuovo”. Alla stessa ora la visita guidata gratuita al sito archeologico del monte Castellier di Elleri, a Santa Barbara. Alle 12, la premiazione per la “Vetrina più bella” e la “Casetta più bella” con premi offerti dalla Confcommercio Trieste. Alle 17, verrà presentato alla sala Negrisin il libro di Paolo Parmegiani “Rinati da ceppaie abbandonate”. La musica la farà da padrona a partire dalle 19.15 con l’orchestra Vecia Trieste. Il villaggio chiuderà alle 23. La festa si chiuderà domenica con l’animazione per bambini alle 10.45 in piazza Marconi, la tombola in piranese alle 15.30 e lo spettacolo al Verdi (alle 20.30) intitolato “Ailo’Din... che genialada! Noi lo vedemo cussì...”.

 

Note e aneddoti istriani aspettando la Parenzana

da "Il Piccolo"
venerdì, 10 novembre 2017

 

La Parenzana (nella foto) è la linea ferroviaria che univa Trieste a Buie e Parenzo e che, tra il 1902 e il 1935, ha rappresentato un importante collegamento tra la parte nord occidentale dell’Istria e Trieste. Ed è ispirato proprio alla celebre linea lo spettacolo a ingresso libero “Aspettando la Parenzana. Il treno dal fiato corto”, ovvero “Mens sana in Malvasia istriana”, commedia musicale con due attori a leggìo (Cesare Tarabocchia e Manuela Rassini) in programma stasera, in prima esecuzione assoluta, alle 20.30 al teatro Verdi. Di e con Cesare Tarabocchia,Orchestra Muja Folk Serenade e Gruppo musicale Castrum Band con la partecipazione del Coro della comunità degli italiani di Pirano, Gruppo vocale Semplici note di Muggia, Coro misto San Lorenzo-Babici e Coro della di Visinada, propone musiche e canti della tradizione popolare (in italiano, sloveno e croato), marce d'ordinanza e richiami agli evergreen. Lo spettacolo illustra con aneddoti, musiche e canti i territori e la tradizione dell’Istria del primo Novecento, uniti dal filo conduttore di una rotaia effimera, molto più importante per le stazioni minori che per i capolinea. (g.t.)

 

Da Trieste e Muggia fino a Mosca per i cent'anni della Rivoluzione
da "Il Piccolo"
giovedì, 9 novembre 2017

 

di Riccardo Tosques
"Quest'anno si è festeggiata una data storica: i 100 anni dalla Rivoluzione d'ottobre e quindi della nostra nascita". Denny Coslovich, coordinatore della sezione giovanile del Partito comunista di Muggia, nonostante non abbia ancora compiuto 30 anni, arringa con sapienza la folta platea che come ogni anno riempie la sede dei falce e martello muggesani di via Roma in occasione della celebrazione della Rivoluzione. Il 7 novembre appena passato, però, non è stato come tutti gli altri. All'appello mancavano cinque compagni muggesani. Disertori? Nuovi affiliati della controrivoluzione? Niente affatto. Nel centenario Maurizio "Lola" Coslovich, Carlo Bosich, Gerry Bussi, Fabio Norbedo e il compagno Tony hanno lasciato Muggia per recarsi nel cuore del bolscevismo che fu: Mosca. E tra le oltre cento delegazioni straniere di partiti comunisti presenti nella Piazza Rossa la sezione rivierasca non ha affatto sfigurato. Anzi. I cinque muggesani hanno sfilato facendo sfoggio di un grande drappo rosso con tanto di falce e martello con un'inequivocabile scritta color oro: Partito comunista Muggia. Ma non c'era solo Muggia. Tutta Trieste era ben rappresentata nella capitale russa, per la celebrazione dei cent'anni della Rivoluzione, con una delegazione capeggiata dall'ex senatore Stojan Spetic e da sua moglie, l'ex consigliera regionale Bruna Zorzini Spetic. Immancabile ovviamente la visita al mausoleo di Lenin ma anche una tappa a Leningrado - San Pietroburgo. E mentre in Russia i comunisti di mezzo mondo hanno dato vita ad una manifestazione fortemente nostalgica dell'Urss, a Muggia le cose non sono andate poi così diversamente, magari in salsa meno internazionalista e più... domacia. Basta varcare la soglia della sede della sezione di via Roma per capire come la storia si sia fermata a prima del crollo del muro di Berlino. Sulle pareti campeggiano i ritratti di Karl Marx e Lenin. Ma non mancano anche altri capisaldi del Novecento: da Ho Chi Minh a Fidel Castro, da Antonio Gramsci ad Ernesto "Che" Guevara", da Stalin al maresciallo Tito.«Ogni anno noi comunisti di Muggia festeggiamo il 7 novembre, ovvero la rivoluzione bolscevica, quando il popolo russo guidato da Lenin si ribellò alla dittatura zarista e tutto il potere passò in mano ai soviet. Anche in occasione del centenario - racconta Denny Coslovich - abbiamo festeggiato a modo nostro, con tanti compagni nella nostra sede, con una bella assemblea, seguita da cantici sovietici e comunisti inneggianti alla rivoluzione e dalla buonissima "marenda" offerta come ogni anno dal compagno Marino». Francesco Monteforte, Rolando Balbi e Carlo Canciani sono tre dei fautori del riuscito evento muggesano, festeggiato con un pizzico di retrogusto amaro dato che lo scorso anno, per la prima volta dal 1945 a oggi, in Consiglio comunale non è stato eletto neanche un rappresentante comunista. In passato, alla celebrazione muggesana era solito partecipare anche l'ex sindaco Nerio Nesladek. Non era presente invece il sindaco in carica Laura Marzi. «Senza cadere in anacronistiche celebrazioni nostalgiche è importante ricordare un evento che ha avuto rilevanza storica, e come tale non può essere dimenticato», sentenzia Marzi.

 

L'ambulanza "lontana" scalda anche a Muggia il dibattito sulla sanità
da "Il Piccolo"
mercoledì, 8 novembre 2017

 

di Riccardo Tosques
«Quando in Regione ricordano che il Centro di assistenza primaria a Muggia è una realtà, si dimenticano però di dire ai muggesani che, di notte, l'ambulanza di norma più vicina è quella in attesa in via Carletti, a Trieste, e pure senza infermieri a bordo». Nicola Delconte, capogruppo di Fratelli d'Italia all'interno dell'assemblea cittadina del Consiglio comunale di Muggia, stigmatizza con impeto la situazione venutasi a creare con la riforma sanitaria regionale, con precisi riflessi proprio sul territorio riverasco.«Siamo di fronte ad una situazione grottesca e pericolosa che ha creato la giunta regionale guidata da Debora Serracchiani. Altro che esempio positivo. Il pseudo Cap (Centro di assistenza primaria, ndr) di Muggia è solo il frutto della fantasia regionale e nulla è cambiato, se non in peggio, rispetto al passato. E difatti il laboratorio di analisi e prelievo è stato privatizzato», evidenzia Delconte. L'esponente del centrodestra muggesano incalza quindi sul numero delle ambulanze sul territorio, a suo modo di vedere «insufficiente perché calcolato sulla base dei soli pazienti a cui sono assegnati codici rossi e gialli poiché i codici bianchi e verdi dovrebbero essere accolti dai Cap che non ci sono». Per questi motivi, «nell'esclusivo interesse dei muggesani», Delconte chiede al sindaco di Muggia Laura Marzi, «che ha a disposizione un'apposita Conferenza dei sindaci» e un rapporto diretto con l'Asuits, l'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, di far presente questo problema alla Regione attivandosi «affinché venga prevista per l'intera notte un'ambulanza Als (con medico, infermiere, barelliere e autista, ndr) e affinché la stessa stazioni presso le strutture sanitarie muggesane di piazza della Repubblica».Dall'Azienda sanitaria viene messo in evidenza a propria volta come la presenza di un infermiere sull'ambulanza non ci sia mai stata, e che quindi la richiesta di Delconte «non è fondata». Giudicando il territorio «ben coperto», tanto più che il Distretto 3 ha un Cap funzionante da oltre due anni «anche se non si occupa di rispondere ai codici bianchi e verdi poiché i Cap nascono per seguire le criticità».La denuncia di Delconte, destinata a livello politico-amministrativo al "rango" di mozione in agenda in Consiglio comunale, riceve immediatamente una fredda risposta da parte del sindaco Laura Marzi: «Per ora posso solamente dire che valuteremo la possibilità di affrontare l'argomento con gli enti competenti in materia, fermo restando che questa scelta non spetta direttamente al Comune».

 

Alla parrocchia dei santi Giovanni e Paolo 2.500 euro per le famiglie in difficoltà
da "Il Piccolo"
mercoledì, 8 novembre 2017

 

Si chiude il "service" che ha visto i tre club rotariani della provincia giuliana (Trieste, Trieste Nord e Muggia) donare attrezzature e derrate alimentari ai frati cappuccini di Montuzza e alla parrocchia dei santi Giovanni e Paolo di Muggia. Dopo la consegna dei materiali a Montuzza, avvenuta a settembre, ieri i tre presidenti rotariani - Sergio Ashiku per Muggia, Paolo Battaglini per Trieste e Fulvio Zorzut per Trieste Nord (nella foto) assieme ai presidenti delle associazioni giovanili, Rotaract ed Interact, Agostino Rodda e Fiorenza Atena, hanno consegnato un assegno di 2.500 euro al parroco don Latin per l'acquisto di derrate alimentari a favore delle famiglie muggesane in forte difficoltà.

 

Il mare restituisce 100 anni dopo i segreti della corazzata "Wien"
da "Il Piccolo"
mercoledì, 8 novembre 2017

 

Archeologi subacquei riporteranno in superficie i resti della nave austroungarica
affondata il 10 dicembre 1917 da due motoscafi italiani nella baia di Muggia

 

di Micol Brusaferro
Un pezzo di storia di Trieste si prepara a riemergere dal mare, sotto la superficie dell'acqua del canale navigabile. Nei prossimi giorni verranno riportati a galla alcuni dei resti della nave da battaglia della classe Monarch della Marina militare dell'impero austroungarico, la corazzata Wien, affondata nella notte del 10 dicembre 1917, mentre si trovava nella baia di Muggia. A quasi un secolo di distanza, quindi, si riapre un capitolo che nel tempo è stato oggetto di interesse da parte di storici, archeologi e semplici curiosi. Dagli anni '50 il relitto è stato più volte oggetto di spedizioni organizzate per prelevare ciò che era rimasto. Poi per lungo tempo è stato dimenticato e lasciato nell'oblio dell'acqua torbida dove lentamente si è deteriorata. Qualche anno fa è stato individuato nuovamente il punto esatto dove è rimasta adagiata, ormai quasi sepolta dal fango, con l'idea di conservare ancora qualche frammento, a testimonianza di un episodio che ha segnato la storia della città. A breve quindi si procederà con il "salvataggio" di alcuni elementi, che poi faranno parte di un'ampia mostra, in programma a dicembre. L'operazione di recupero si svolgerà nei prossimi giorni nello specchio d'acqua antistante Muggia, e sarà condotta dall'archeologa subacquea Rita Auriemma, direttore del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell'Erpac-Ente regionale per il Patrimonio culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, sotto la direzione scientifica della di Paola Ventura, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e grazie alla collaborazione del nucleo Sommozzatori del Corpo dei vigili del fuoco e della Capitaneria di Porto di Trieste. La nave da battaglia era stata varata nel 1895 e classificata come unità da difesa costiera. Nell'agosto del 1917, assieme alla gemella Budapest, era stata assegnata a Trieste. Il 6 novembre aveva attaccato la batteria costiera italiana di Cortellazzo, alle foci del Piave, azione che aveva convinto i comandi italiani a neutralizzare definitivamente sia il Wien sia il Budapest. Il compito era stato quindi affidato al sottotenente di vascello Luigi Rizzo, che la sera del 10 dicembre era partito al comando di due motoscafi Mas, il Mas 9 e il Mas 13, con l'obiettivo di colpire le due navi austriache, ancorate nel Vallone di Muggia e di eliminarle. Durante la notte, superata la diga ed elusa la sorveglianza armata, era riuscito a oltrepassare il varco e attaccare nell'oscurità le navi alla fonda, con due siluri lanciati contro il Wien e altrettanti contro il Budapest. Solo i primi colpi erano andati a segno e la corazzata Wien affondò in appena cinque minuti, portando con sè 33 uomini d'equipaggio, mentre i naufraghi sopravvissuti con difficoltà avevano guadagnato la riva nuotando nel buio. Sono molti i triestini a ricordare quel naufragio, in particolare i parenti di chi all'epoca era a bordo, si è salvato e ha poi ha tramandato i racconti di un disastro improvviso. Nel 1925 sono stati recuperati dal relitto lo sperone di prua e il frammento della poppa con il nome della corazzata, il primo è stato regalato a D'Annunzio per il suo Vittoriale, mentre l'altro si trova oggi al Museo Storico navale di Venezia. Nel decennale dell'azione, nel 1927, lo stesso Luigi Rizzo indossò lo scafandro da palombaro e scese sul relitto della nave che aveva affondato. La demolizione della corazzata è proseguita poi nel tempo a fasi alterne, con l'impiego dei palombari fino ai primi anni '50. Oggi gli ultimi resti rimangono sui fondali, a circa 20 metri di profondità, dove si preparano a essere riportati sulla terra ferma, prima delle operazioni di pulizia e sistemazione, per esporli al pubblico. L'intervento infatti mira alla valorizzazione di un patrimonio storico definito di grande valore, e i frammenti erratici che verranno recuperati saranno restaurati e faranno parte della mostra "Nel mare dell'intimità. L'archeologia subacquea racconta la storia dell'Adriatico", che sarà allestita al Salone degli Incanti dal 17 dicembre al 1 maggio 2018, organizzata dall'Erpac-Servizio di catalogazione, formazione e ricerca e dal Comune di Trieste, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, e oltre sessanta partner italiani e internazionali. La mostra gode del patrocinio del Mibact, dei ministeri della Cultura e del Turismo croati, del ministero della Cultura Sloveno e di Promoturismo Fvg (www.nelmaredellintimita.it).
 

Scatta il recupero dei palazzi disabitati nel cuore di Muggia
da "Il Piccolo"
martedì, 7 novembre 2017

 

Via libera in aula alle linee guida del Piano del centro storico
Tra le priorità anche il risanamento del patrimonio di pregio

 

di Riccardo Tosques
Agevolare il riuso degli immobili inutilizzati presenti nel centro storico con cambi di destinazione flessibili e rapidi, bypassando i vincoli più limitanti. Quella che era stata una promessa elettorale dell'allora vicesindaco Laura Marzi diventa ora un punto concreto dell'amministrazione muggesana. Nell'ultima riunione del Consiglio comunale, infatti, l'assemblea ha approvato le Direttive per la formazione della variante del Piano particolareggiato comunale del centro storico, strumento necessario per offrire nuove possibilità sia agli immobili residenziali - permettendo di rivivere o ripopolare strutture attualmente "bloccate" - sia di dare nuova linfa al tessuto economico, puntando dunque complessivamente al rilancio del centro storico.Diversi gli indirizzi che hanno segnato l'avvio del processo di costruzione del Piano particolareggiato. Tra questi la conservazione del patrimonio edilizio di pregio storico-architettonico, attraverso interventi di restauro e risanamento conservativo, nonché l'utilizzo del patrimonio edilizio esistente per rendere dinamico il centro storico attraverso interventi che permettano di sfruttare gli immobili con le funzioni residenziali, artigianali, turistiche e commerciali. È prevista poi la determinazione delle prescrizioni per gli aspetti funzionali di un edificio per definirne le destinazioni d'uso e le caratteristiche architettoniche, nonché la riqualificazione e la valorizzazione di percorsi e spazi aperti attraverso prescrizioni particolari per la viabilità ed il traffico, anche nell'ottica di una riqualificazione della mobilità pedonale e di quella ciclabile.«Le direttive dovranno ovviamente tener conto anche degli indirizzi definiti dal Piano paesaggistico regionale e degli obiettivi stabiliti dalla Variante sostanziale 31 al Piano regolatore generale comunale, prevedendo laddove possibile l'utilizzo di sistemi di produzione energetica sostenibili», puntualizza il vicesindaco Francesco Bussani. Quali saranno dunque i prossimi step? Il progetto di Piano particolareggiato è il risultato di un processo impostato a in tre passi: un'analisi storica e morfologica delle strutture urbane, la partecipazione che dovrà avvenire coinvolgendo la comunità cittadina attraverso specifici momenti informativi, e infine una fase progettuale che dovrà tener conto delle tappe precedenti e definire in particolare gli aspetti operativi della conservazione del patrimonio di pregio storico-architettonico, dell'utilizzo del patrimonio edilizio esistente, dell'integrazione del Piano colore e del Regolamento dei dehors. «Oltre al Piano del centro storico negli anni si sono affiancati altri strumenti che incidono dal punto di vista urbanistico quali il Piano colore, che non è mai stato approvato in via definitiva, ed il Piano dehors, con delle norme che regolano gli arredi urbani negli spazi pubblici, di uso pubblico o aperti al pubblico: compito del Piano del centro storico - conclude Bussani - sarà quindi anche quello di fare una sintesi dei diversi studi e piani che insistono in quest'area così da poter avere uno strumento nuovo, agile e di facile lettura che possa fungere da volano per il rilancio degli immobili nel centro storico stesso. Entro la prossima estate dovremmo chiudere definitivamente l'iter».

 

Contributi alle famiglie per il diritto allo studio. Ancora tre giorni per presentare le domande
da "Il Piccolo"
martedì, 7 novembre 2017

 

Scadono il prossimo venerdì, 10 novembre, i termini per la presentazione delle domande di contributo per il "diritto allo studio" alle famiglie muggesane con determinati requisiti (in particolare un Isee inferiore a 12.195 euro) che ne fanno richiesta, per l'abbattimento delle spese per l'acquisto di libri di testo e altro materiale didattico personale (contributo variabile generalmente da 51 a 150 euro) nonché delle spese di trasporto (185 euro una tantum). Per questa misura di sostegno alle famiglie il Comune di Muggia - come si legge in una recente delibera di giunta - ha stanziato complessivamente 9.750 euro. Informazioni e modulistica su www.comune.muggia.ts.it.


Tre torrenti da ripulire. Lavori entro fine anno con fondi della Regione
da "Il Piccolo"
martedì, 7 novembre 2017

 

Menariolo, Luna e Boeri. Dovrebbero essere questi i corsi d'acqua muggesani interessati dai lavori di manutenzione ordinaria che saranno svolti entro la fine dell'anno. Con la legge regionale 11/2015 la Regione ha riclassificato i corsi d'acqua presenti sul territorio e organizzato le competenze dei vari enti sulla materia, affidando ai Comuni la manutenzione dei corsi d'acqua di classe 5. Per la realizzazione di tali interventi di manutenzione è necessario che vengano trasferite agli enti locali le apposite risorse finanziarie, motivo per cui nell'aprile scorso la Regione ha deliberato una spesa complessiva di euro 500mila euro per la realizzazione dei lavori di competenza dei Comuni. In questo scenario il Comune di Muggia si è aggiudicato un importo pari a 24mila euro per la realizzazione dei lavori di manutenzione ordinaria dei torrenti, lavori che prevedono la pulizia delle ramaglie e l'abbattimento delle eventuali piante e arbusti in alveo.«Un intervento decisamente utile per gestire un aspetto spesso sottovalutato, ma in realtà estremamente importante ovvero la vegetazione che cresce lungo gli argini dei torrenti, che può al contempo fungere da elemento di contenimento di una piena oppure causare un'esondazione» ha evidenziato l'assessore all'Ambiente, Laura Litteri. Gli alberi e gli arbusti che crescono sulle rive dei fiumi sono elementi di fondamentale importanza poiché consolidano le sponde, depurano le acque del corso, forniscono rifugio e cibo alla fauna e abbelliscono il paesaggio. «Allo stesso tempo, però, alberi e arbusti vivono in un ambiente ostile a causa delle naturali evoluzioni del fiume e del clima e delle meno naturali fonti di inquinamento, che possono provocarne lo sradicamento e la morte creando materiale per l'ostruzione dei corsi d'acqua o il rallentamento eccessivo delle acque» spiega Litteri.Il progressivo abbandono dell'attività agricola e uso del suolo da parte dei privati, infatti, hanno portato negli anni alla mancanza quasi assoluta di manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua. La situazione di degrado è generalmente più evidente lungo gli alvei di quelli a regime torrentizio, dove la vegetazione cresce spontaneamente e ogni evento atmosferico importante trova materiale da trasportare a valle con il conseguente interramento ed ostruzione delle sezioni idrauliche.«È sbagliato considerare i corsi d'acqua come angoli di natura incontaminata da lasciare alla loro naturale evoluzione. È fondamentale un monitoraggio e una gestione con cognizione di causa di queste risorse boschive, che sono un elemento importante dell'ecosistema - conclude l'assessore Litteri -, ma che possono al contempo ridurre oppure aggravare gli effetti di un evento alluvionale che, con interventi come questo, si possono prevenire».I corsi d'acqua muggesani interessati dai lavori saranno scelti a fronte di opportune verifiche, anche se quasi sicuramente Menariolo (zona Noghere), Luna (porto San Rocco) e Boeri (Aquilinia) saranno i tre corsi prescelti. (r. t.)

 

La solidarietà fa "colpo" alle Noghere
da "Il Piccolo"
martedì, 7 novembre 2017

 

Gara di tiro benefica con colletta per ricostruire la libreria di una scuola del Centro Italia

 

di Ugo Salvini
Ridare una libreria alla scuola primaria di Cesolo, frazione del Comune di San Severino Marche, in provincia di Macerata, una delle zone colpite dal terremoto dell'agosto dello scorso anno, facente parte dell'Istituto comprensivo Pietro Tacchi Venturi. Questo l'obiettivo che si sono prefissi gli iscritti alla Federcaccia provinciale e i soci della Triestina tiro a volo di Muggia con l'organizzazione della quinta edizione di una competizione di tiro al piattello, svoltasi nella fossa delle Noghere, nel territorio comunale di Muggia. Sfidando una pioggia piuttosto insistente, decine di tiratori si sono alternati sulle piazzole, dando vita a un evento che ha permesso a tutti i partecipanti di sentirsi parte attiva nell'azione di solidarietà finalizzata alla ricostruzione della libreria andata distrutta nel sisma. A promuovere la giornata, per l'appunto, hanno concorso assieme i dirigenti della Federcaccia locale e quelli della società Triestina tiro a volo, non nuovi a iniziative del genere. Due le discipline nelle quali si sono sfidati i concorrenti: la fossa olimpica e il percorso di caccia in pedana. Alla fine della gara sono seguite le premiazioni, alla presenza dei responsabili della Federcaccia Venezia Giulia e della Società Triestina tiro a volo e di quanti hanno partecipato e assistito all'iniziativa. Il montepremi è consistito in coppe e prodotti di gastronomia. «Siamo particolarmente soddisfatti della partecipazione e dell'entusiasmo dimostrato da quanti hanno aderito alla gara pur in condizioni atmosferiche difficili - ha detto al termine della giornata il presidente provinciale della Federcaccia Venezia Giulia Fabio Merlini - in quanto questo è stato il secondo anno nel quale abbiamo allestito la competizione con il preciso intento di ridare la libreria ai bambini del piccolo centro del maceratese. La somma raccolta è un contributo che permetterà ai responsabili della scuola destinataria - ha aggiunto - di centrare l'obiettivo. Sappiamo che una parte della libreria è già stata ricostituita, ora speriamo di poter arrivare alla conclusione del progetto».Dovesse essere necessario contribuire ulteriormente alla ricostruzione, tutti i soci di Federcaccia Venezia Giulia e Triestina tiro a volo si sono dichiarati disponibili a impegnarsi nuovamente finché la scuola del maceratese non avrà di nuovo la sua libreria.

 

Zufferey al "Carà" racconta migrazioni con scarpe e cuore
da "Il Piccolo"
martedì, 7 novembre 2017

 

di GIADA CALIENDO
Il bianco è simbolo di purezza o di anonimato? Le scarpe messe sul pavimento del museo sono il lascito di un cammino o un passaggio dell'ignoto? "Exil", personale di Pierre Zufferey curata da Maria Campitelli ed organizzata dal Gruppo78 al Museo Ugo Carà di Muggia, è una mostra di grande spessore, di estremo valore simbolico ed interpretativo. Pierre Zufferey artista svizzero è già molto conosciuto sul territorio triestino in quanto qualche anno fa presentò una personale alla Lux Art Gallery. "Exil" è un progetto ideato appositamente per gli spazi del Museo d'Arte Moderna. Zufferey lavora su una riflessione del nostro tempo, su una problematica sociale che avvolge tutti, indaga il vivere le migrazioni di ogni giorno dentro e fuori di noi.In una prima sala ci si trova nel luogo delle geografie, nello spazio lasciato libero di impregnarsi delle grandi opere pittoriche che delineano gli spostamenti, come sciami di insetti che attraversano i luoghi. Non c'è violenza gestuale nei lavori dell'artista eppure si percepisce, leggendo tra le righe di quei fili neri intrecciati e costellati di punti scuri, sofferenza. L'opera da cui inizia il viaggio è "Nuées/ nubi" costituita da 12 stampe su carta giapponese delicatissima, successivamente poggiata su supporti metallici. Un imponente blocco di lavori 100x80 ci guida, come in un cammino, nella triste cronaca delle migrazioni umane. Quella di Zufferey è una citazione del volo degli uccelli per immergersi in "una poetica della geo-politica attuale" come ama egli stesso definirla, una visualizzazione, come dall'alto, di uno spostamento. In esposizione anche altre serie, non meno coinvolgenti dal punto di vista emotivo, solo meno immediate nell'interpretazione quali "Migrazioni", che incalza sulla veduta dall'alto di genti in cammino verso nuove terre; "Orizzonti lontani" una raccolta di 13 dipinti di piccolo formato assemblati e collegati tra loro da una sottile linea rossa che vuol essere un segnale di speranza; "Onde di scogliera" è infine un gruppo di piccole opere che rimandano ad appezzamenti di terreni coltivabili, una essenziale materializzazione visiva del sogno da raggiungere. Lo spostamento, la migrazione non è solo un atto fisico ma piuttosto uno sconvolgimento mentale, una trasformazione del sé, un allontanamento dal noto e nefasto verso un ignoto e agognato domani.La necessità della compiutezza si concretizza dolorosamente nella seconda sala con l'installazione "Lampedusa". Una miriade di scarpe bianche, calzature rese anonime dal gesso, sono l'impronta indelebile di esistenze cancellate, di vite sconosciute, di storie che non verranno mai alla luce. Tale rappresentazione strutturale ha la sua potenza vibrante nella differenza di grandezza e genere, nella contrapposizione della scarpina di bambino al calzare da donna fino a giungere all'estrema povertà degli zoccoli usati dagli uomini sui barconi della speranza. La personale, che sarà visitabile fino al prossimo 12 novembre, è supportata dall'esaustivo catalogo "ORIGINES" che raccoglie i lavori dell'artista degli ultimi quattro anni. "Exil" è chiaramente un viaggio che parte con un abbandono, con una desolazione, attraversa il dolore della perdita di identità ma poi giunge ad un approdo, ad una concretezza. Pierre Zufferey lascia al fruitore la conclusione del viaggio sia che si vada verso la perdita definitiva sia che si giunga all'auspicata realizzazione. È il cuore, ancora una volta, che decide dove volgere lo sguardo.

 

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di lunedì, 6 novembre 2017.  

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di domenica, 5 novembre 2017.  

Non ci sono notizie da "il Piccolo" di sabato, 4 novembre 2017.  

 

Opposizione e giunta ai ferri corti a Muggia sullo skatepark chiuso
da "Il Piccolo"
venerdì, 3 novembre 2017

 

di Riccardo Tosques
Il piazzale ex Alto Adriatico è un bene pubblico da tutelare e sfruttare che non dev'essere chiuso. All'unanimità, l'opposizione non ha gradito la decisione della giunta Marzi di sigillare una buona fetta dell'area a causa del degrado venutosi a creare nella zona dello skatepark utilizzato, in pieno giorno, da giovani muniti di moto e vespe. «Non siamo d'accordo con il Comune: l'uso improprio del piazzale da parte di pochi giovani non può e non deve penalizzare l'intera comunità», tuona Emanuele Romano. Il consigliere del M5s non ha dubbi: «È vero che l'area è da troppo tempo lasciata a se stessa, piena di rifiuti e materiali abbandonati, ma sbarramenti e inferriate generano solamente altro degrado urbano. Il problema va risolto alla radice, rendendo bella e vivibile la zona, che potrebbe diventare il punto focale del piano della viabilità - propone il grillino -: come a Pirano, dove i turisti e cittadini trovano comodamente posteggio per poi raggiungere il centro e la costa con navette gratuite».Roberta Vlahov, capogruppo di Obiettivo comune per Muggia, parla apertamente di «un'occasione persa per i giovani muggesanii» e di «ennesimo flop nelle politiche giovanili dell'amministrazione che dopo la casa della musica di Chiampore e l'area da riservare ai graffiti per la creatività artistica dei giovani, ora ha chiuso lo skatepark». Dai banchi di Meio Muja la consigliera Roberta Tarlao propone una soluzione alternativa: «Sostengo da anni che il cancello in inox costato oltre 20mila euro all'allora ex sindaco Gasperini debba essere chiuso ogni sera, fermo restando che quella zona non è idonea a ospitare lo skatepark». Severi i toni del capogruppo di Fratelli d'Italia Nicola Delconte: «Il piazzale è completamente abbandonato. Qui si dimostra la pochezza amministrativa e la carenza di idee della maggioranza. Per noi dovrebbe diventare un posto in grado di accogliere eventi di varia natura, dai concerti alle sagre. La chiusura parziale è il sintomo della incapacità della maggioranza a gestire il territorio».Dal Comune l'assessore alla Polizia locale Stefano Decolle replica con fermezza: «Spiace constatare come dall'opposizione ci si trovi davanti a semplici "belle idee", che in nessun modo toccano gli aspetti più importanti: la concretezza e la fattibilità. Attendo quindi dei precisi appunti sul bilancio da parte dei consiglieri comunali per capire fattivamente in che modo pensano di realizzare che cosa». Decolle boccia poi la possibilità della chiusura serale che «penalizzerebbe coloro i quali parcheggiano quotidianamente nell'area». Sulla nuova futura location dello skatepark, invece, interviene l'assessore alle Politiche giovanili Luca Gandini: «Abbiamo incontrato i ragazzi diversi mesi or sono e con loro avevamo già fatto diversi sopralluoghi. L'utilizzo improprio dell'area non ha fatto altro che accelerare un processo che avrebbe comunque comportato dei cambiamenti. Ora stiamo vagliando le diverse soluzioni per cercare di rispondere nel miglior modo possibile a quanto chiestoci».

 

L'allarme di Vascotto «Il Carnevale di Muggia rischia di fare flop»
da "Il Piccolo"
giovedì, 2 novembre 2017

 

Il presidente delle Compagnie denuncia i ritardi del Comune «Convenzione in alto mare». Decolle: «Faremo la nostra parte»

 

di Riccardo Tosques
«Abbiamo i temi, abbiamo la madrina, abbiamo il libretto, ma non possiamo contare sulla convenzione con il Comune: e senza quella la realizzazione del prossimo Carnevale non si può progettare». A 100 giorni dalla 65.a edizione della manifestazione più attesa a Muggia, il presidente dell'associazione delle Compagnie Mario Vascotto lancia l'allarme. Il numero uno del Carnevale muggesano esprime tutta la sua preoccupazione per la fase di stallo in cui si trova la nuova convenzione con il Comune di Muggia. «Anche se i lavori sono cominciati, i temi presentati e tanti altri nodi, appunto dal libretto alla madrina, già risolti, in realtà non possiamo progettare nulla perchè la convenzione con il Comune di Muggia non è ancora stata non solo firmata, ma nemmeno sottoposta all'attenzione delle compagnie». Vascotto entra poi nel dettaglio della problematica che è tanto di natura economica quanto organizzativa: «Da quello che si può leggere nel bando stipulato tra il Comune e la Flash srl, ci sono state assegnate nuove incombenze, sia per l'evento invernale che per quello estivo. Incombenze che vanno ben al di là del volontariato, e prevedono impegni di spesa che noi, da volontari, non possiamo permetterci». Il rischio che il Carnevale non si faccia non c'è, ma la qualità di determinati eventi è a rischio come ammette lo stesso Vascotto: «Attendiamo con fiducia, come sempre, però per gli spettacoli che dovremmo organizzare è già tardi, e gli artisti ormai hanno già completato il loro carnet per il 2018. Per cui l'offerta non sarà delle migliori».Il presidente ha infine bacchettato anche le stesse compagnie: «Ho chiesto loro un po' più di collaborazione per il completamento del libretto del carnevale, che volevo pubblicare prima di Natale, ma per ora non c'è stata molta collaborazione tranne che da parte della compagnia Lampo. Sono un po' amareggiato». Il termine fissato rimane comunque quello del 30 novembre. Dal Comune il grido di preoccupazione del presidente dell'associazione delle Compagnie del Carnevale muggesano non è rimasto inascoltato. A rispondere a stretto giro di posta è l'assessore alla Promozione della città Stefano Decolle, che rassicura il presidente e tutti gli amanti del Carnevale in merito alla vicenda: «Non ha tutti i torti, il presidente Vascotto, a richiamarci agli impegni presi - afferma l'esponente della giunta Marzi -. Il tempo corre e comprendiamo bene la preoccupazione che ne può derivare, ma parimenti lui ben conosce la volontà che da sempre ci ha motivato e tuttora ci motiva nel portare avanti questo percorso condiviso di valorizzazione del nostro Carnevale». Decolle è fiducioso: «Speriamo di poter concludere nel minor tempo possibile quest'attesa, fermo restando che tale ritardo è prettamente tecnico ed è derivato esclusivamente da una serie di adempimenti urgenti e imprescindibili dell'ufficio preposto che, come spesso accade nella quotidianità di una pubblica amministrazione - conclude l'assessore -, hanno dovuto trovar risoluzione facendo posticipare altri atti».

 

A fuoco una macchina in fila all'autolavaggio
da "Il Piccolo"
giovedì, 2 novembre 2017

 

Tempestivo intervento ad Aquilinia dei pompieri che hanno limitato i danni. Nessun ferito

 

di Enrico Ferri
Un'auto va improvvisamente a fuoco ad Aquilinia. A "salvare" il veicolo, una Bmw 320, l'intervento pressoché immediato dei vigili del fuoco muggesani. Nessun ferito. È successo ieri intorno alle ore 10.30. La Bmw 320 ha preso fuoco come detto ad Aquilinia, in via di Stramare, in prossimità del civico 99, nelle vicinanze di un autolavaggio. L'intento del proprietario dell'auto era proprio quello di lavare il suo veicolo sfruttando il giorno festivo. L'uomo era in fila, al di fuori dell'autolavaggio, in attesa che arrivasse il suo turno alle idropulitrici. D'un tratto il conducente ha visto del fumo nero ai lati del cofano. Incredulo, ha atteso alcuni secondi. Poi, rendendosi conto che quel fumo proveniva proprio dalla sua auto, è sceso cercando di capire la gravità della situazione.Comprendendo che le fiamme avevano attecchito in una zona poco accessibile nel cofano motore, il proprietario ha avuto la prontezza di chiamare immediatamente i pompieri della vicina Stazione di Muggia, che sono accorsi sul posto nel giro di pochissimi minuti, con un'autopompa e una campagnola. I vigili hanno spento le fiamme in tempi brevissimi, limitando al massimo i danni. Il fuoco, innescatosi nel vano motore, ha interessato una parte della scocca. La tempestività dei vigili del fuoco, oltre a salvare il costoso veicolo, ha fatto sì che nessuno dei presenti rimanesse ferito. Risolutivo, insomma, si è rivelato l'intervento dei vigili del fuoco di Muggia, che in queste ore hanno anche ricevuto dal comandante provinciale Natalia Restuccia un importante "Elogio di servizio" per il salvataggio di un anziano cercatore di funghi disperso sul Carso alcune settimane fa, in un'operazione congiunta con la polizia di Stato di Muggia.Il comandante Restuccia ha voluto ringraziare con una lettera la squadra di sei vigili del fuoco intervenuti: Mario Derossi, Alessandro Pisani, Fabrizio Bole, Vanni Sadocco, Gianfranco Valli e Emiliano Schrey. La squadra di pompieri, malgrado la scarsissima visibilità, il terreno impervio e la difficoltà di raggiungere il ferito, inoltratosi per un sentiero molto lontano dalla strada, era riuscita infatti a ritrovare l'anziano, ancora in buone condizioni, aveva permesso di ricondurlo a casa, trasportato a braccia dai pompieri a causa di una caduta che gli aveva impedito di camminare.

 

Preso il ladro seriale dei grandi magazzini
da "Il Piccolo"
mercoledì, 1 novembre 2017

 

Arrestato dopo un furto e un tentato colpo al Montedoro Freetime di Muggia. Diversi precedenti lungo tutta la Penisola

 

Prima il colpo in un negozio di occhiali, poi il tentativo fallito da Unieuro. Si è chiusa così, disinnescata dal sistema di allarme del grande punto vendita di elettrodomestici, tecnologia e materiale elettronico, la scorribanda all'interno del Montedoro Freetime di Muggia del ladro seriale dei centri commerciali. L'uomo, un cittadino di nazionalità serba, S.S. le sue iniziali, 27 anni e un curriculum di un certo profilo in fatto di furti commessi in grandi magazzini, è stato arrestato dagli agenti della Squadra volante del Commissariato di Muggia su disposizione del pm di turno Federico Frezza. L'episodio è avvenuto sabato scorso ma la notizia è stata diffusa solo nella giornata di ieri. A chiamare la Polizia era stato un addetto di Unieuro. La segnalazione giunta agli agenti parlava di un tentativo di furto. Il dipendente aveva raccontato peraltro di aver riconosciuto, tramite delle fotografie diramate dalla stessa azienda ai suoi vari esercizi disseminati sul territorio, nell'avventore in questione un personaggio noto per furti seriali messi a segno ai danni di Unieuro nell'area del centro-nord Italia. Dalla ricostruzione dell'accaduto è emerso che S.S., dopo aver richiesto delle informazioni, si era diretto verso l'uscita del negozio: a quel punto era scattato il sistema di allarme antitaccheggio. Dall'addetto alla vigilanza, quindi, l'invito a rientrare per verificare quale fosse il problema. Il ventisettenne, rovistando nelle tasche del giubbotto che indossava per mostrare di non aver nulla da nascondere, dava, invece, modo al dipendente di vedere un'etichetta antitaccheggio. Dettaglio decisivo per la successiva richiesta di intervento della Polizia. Prima dell'arrivo degli agenti, S.S. si liberava di uno jammer privo del cavo elettrico di alimentazione. Lo jammer è un dispositivo ideato per inibire il controllo elettromagnetico delle colonnine antitaccheggio presenti alle uscite dei negozi ed è composto da un corpo contenente circuiti e batterie e un cavo elettrico, lungo il quale corre il segnale inibitore che può essere attivato o disattivato tramite un interruttore. Inoltre, l'uomo aveva abbandonato in un espositore poco lontano quattro occhiali da sole Ray Ban dotati ancora di etichetta antitaccheggio, che erano stati sottratti poco prima da un vicino negozio di ottica. L'autore del reato veniva identificato. La perquisizione effettuata poi dai poliziotti permetteva di rinvenire un cavo elettrico avvolto attorno al busto i cui jack combaciavano perfettamente con gli ingressi dello jammer ritrovato. Dentro il giubbotto ecco spuntare anche due enormi tasche, cucite evidentemente in modo artigianale e create per accogliere pure oggetti piuttosto ingombranti. Automatica la decisione della Polizia di sequestrare il giubbotto modificato, lo jammer e il cavo elettrico individuati. Gli occhiali da sole, del valore totale di 624 euro, invece, sono stati restituiti al negozio di riferimento, che era stato razziato in precedenza passando senza ostacoli il controllo antifurto grazie all'utilizzo dello jammer. Strumento che, probabilmente, non aveva poi funzionato all'uscita di Unieuro. S.S. è stato infine trasferito nel carcere di via del Coroneo. La Polizia ha appurato che l'arrestato era già stato colto in altri grandi magazzini di elettronica a compiere analoghi reati e sempre con l'utilizzo di uno jammer. Inoltre, il Commissariato di Muggia sta acquisendo copia di decine di denunce sporte in tutta Italia, dalle quali emergerebbe che S.S. avrebbe commesso furti in maniera seriale in grandi magazzini lungo l'intera Penisola. Sono in corso accertamenti: l'ipotesi degli inquirenti è che il provento dei raid possa essere venduto in mercatini clandestini organizzati in varie città.

 

 

I danzatori dell'aria volano a Muggia da tutta Europa
da "Il Piccolo"
mercoledì, 1 novembre 2017

 

Al via le lezioni con workshop e dimostrazioni pratiche ai trapezi e ai pali
L'insegnante Daniele: «Alle acrobazie serve la presenza scenica e la teatralità»

 

di Micol Brusaferro
Tutti a testa in giù, tra corde, tessuti, trapezi, cerchi e pali, tra acrobazie ed equilibrismi. Le discipline circensi si spostano dai tendoni alle palestre, dove spopolano corsi di vario tipo. E fino a domenica Trieste ospita il primo raduno internazionale di acrobati e danzatori aerei in Italia, il cui acronimo è riada, organizzato dalla Scuola di Circo ArsMotus e dalla Compagnia Sinakt CircoTeatroDanza al centro commerciale di Montedoro, dove ieri sono iniziate le prime lezioni, con dimostrazioni e workshop. A incontrarsi e confrontarsi insegnanti italiani e in arrivo da diversi Paesi d'Europa, approfondimenti aperti anche a chi già frequenta lezioni e punta a migliorare ulteriormente. «Insegno teatro circo aereo - racconta Edoardo Daniele - dove alle basi di acrobatica, soprattutto con tessuti e trapezio, si aggiunge la presenza scenica e la teatralità. La mia scuola è a Muggia e negli ultimi anni c'è un vero e proprio boom, un grandissimo interesse da parte della gente. Nel 2007 eravamo i primi nel triveneto, ora ci sono almeno quattro realtà simili. Le persone sono attratte dalla novità, piace molto, in particolare provare l'ebrezza di librarsi nell'aria, a tutte le età, dai bambini agli adulti, la nostra allieva "meno giovane" ha 58 anni ed è con noi da sei. Stare appesi ed effettuare movimenti sospesi è meno traumatico dell'acrobatica a terra e per molti risulta anche più divertente. Cosa ci vuole per riuscire nelle figure più difficili? Basta avere pazienza inizialmente e poi di sicuro serve forza e resistenza». Tra i tessuti aerei colorati, a impartire suggerimenti a tre allievi esperti c'è Elisa Valdner, che vive in Spagna. «Faccio l'insegnante dal 2003, tessuti, trapezio, corda e cerchio, quest'ultimo è il più semplice per iniziare per chi è alle prime armi - dice - ma consiglio di provare anche il resto, non c'è un elemento più difficile dell'altro in realtà, dipende molto dal singolo, dalle sue attitudini. Il circo - sottolinea - è una forma di creatività ed espressività incredibile». Vicino a lei c'è la triestina Elisa Tessarotto, che si allena quasi ogni giorno in palestra. «Fin da piccola mi arrampicavo ovunque - scherza - e ho un passato da ginnasta, mi è sembrato naturale il passaggio a questo settore, dove c'è più creatività e meno agonismo. Adoro tutto, la corda, il trapezio e i tessuti, ai quali dedico tempo e passione quotidianamente, sia praticando sia insegnando». Arriva da Lubiana invece Dana Augustin, docente di corda aerea. «Dal 2003 non mi sono mai fermata - spiega subito - come per gli altri si parte da basi semplici e poi si aumenta con le difficoltà. Tutti sono entusiasti, anche chi ha paura dell'altezza e sceglie di iscriversi per mettersi alla prova e vincere i propri limiti, perché si sale un po' alla volta, lentamente. È anche un'occasione per conoscere meglio il corpo, partendo prima da alcuni esercizi facili, per affinare sempre più la tecnica». Nelle varie discipline ci sono uomini e donne, con una netta prevalenza femminile. L'abbigliamento è comodo, pantaloncini e maglietta, si può iniziare a qualunque età, anche senza aver mai praticato sport prima. Il riscaldamento per tutti comincia sempre a terra, per preparare adeguatamente il fisico e soprattutto per i muscoli a salire poi sui vari attrezzi. L'evento è stato inaugurato ieri con una presentazione e alcune prove gratuite aperte al pubblico. Acrobati e insegnanti si ritroveranno ogni giorno fino a domenica a Montedoro, dove si potranno incontrare e chiedere informazioni. Sabato 4 novembre poi, dalle 18 alle 20, è prevista un'esibizione degli artisti di Riada sempre all'interno dello spazio del centro commerciale, a ingresso gratuito, uno show che avrà l'obiettivo di mostrare al pubblico tutte le discipline. «Si tratta di un'edizione zero - sottolinea ancora Edoardo Daniele - che speriamo possa proseguire anche in futuro, grazie a un ambiente ideale per un'iniziativa di questo tipo, allestito qui. L'auspicio è che possa crescere sempre più, anche perché al momento è il primo raduno in Italia che riguarda le sole discipline aeree, quindi è qualcosa di unico». Fino a domenica, nel dettaglio spazio a tessuti aerei, pole dance, danza su trapezio, corda aerea, acro-amaca, acro-yoga, circo teatro aereo e danza verticale su parete.Chi vuole sbirciare o chiedere qualche curiosità può trovare gli organizzatori e i partecipanti al secondo livello del centro commerciale, nell'ampio spazio che precede la zona del family park. Il programma completo della manifestazione è pubblicato sul sito www. riada-aerialacrodance. jimdo. com e su Facebook alla pagina riada. acrobats. aerial. dancers.